Oderzo. Picchia la moglie col mattarello, la difesa: «Non volevo ucciderla»

Martedì 8 Novembre 2022 di Giuliano Pavan
L'intervento dei carabinieri

ODERZO - «Non so cosa mi è preso: stavamo litigando e ho perso la testa. L’ho colpita ma non volevo ucciderla». Il 58enne tunisino arrestato venerdì per tentato omicidio, dopo aver colpito alla testa e in varie parti del corpo la moglie, una connazionale di 46 anni, con un mattarello facendola finire in ospedale (dove si trova tuttora ricoverata in prognosi riservata), si è presentato ieri mattina davanti al giudice per l’interrogatorio di convalida dell’arresto, difeso dall’avvocato Giuseppe Muzzupappa. 
 

IL RACCONTO
L’uomo ha ricostruito quando accaduto nell’appartamento di via Sgarbariol, a lato della caserma di Zanusso, raccontando di essere stato preda di un raptus al culmine di una lite per questioni di denaro: il 58enne, infatti, accusava la moglie, con cui ha avuto due figli (un maschio di 20 anni e una femmina di 10), di sperperare i soldi di famiglia al videopoker. «Abbiamo avuto una discussione. Io stavo facendo il pane, avevo in mano il mattarello e in un attimo l’ho colpita». La difesa, che chiederà la derubricazione del reato da tentato omicidio a lesioni, è convinta che si sia trattato di un raptus. Davanti al giudice il 58enne ha anche chiesto scusa, sperando di poter uscire dal carcere non appena troverà un posto dove vivere per ottenere quantomeno gli arresti domiciliari. 
 

LA VICENDA
«Venite, ho ucciso mia moglie». È la frase pronunciata venerdì mattina dal 58enne al Suem 118 poco dopo aver colpito la moglie. Credeva davvero di averla uccisa. La 46enne tunisina, addetta alle pulizie, se la caverà. Un matrimonio fatto di alti e bassi, e di violenze. Liti continue che erano state la causa dell’istanza di separazione presentata dalla donna davanti al Tribunale di Treviso.

Non ce la faceva più. Forte di una condanna rimediata dal marito un paio di anni prima per maltrattamenti e lesioni, si era rivolta al Tribunale decisa a dividere la sua vita da quella di un uomo che riteneva violento. Ma ci aveva ripensato, riaccogliendo nuovamente il marito sotto il tetto coniugale. I due coniugi si erano riconciliati davanti al giudice e lei aveva rinunciato alla separazione. Da un paio di mesi erano tornati ad abitare insieme, nella casa di Oderzo. Lei aveva deciso di riprovarci, complice la presenza dei figli. Unita al fatto che il marito aveva trovato nuovamente lavoro come magazziniere. E da giugno la famiglia si era ricomposta. Poi venerdì è scoppiata nuovamente la rabbia. Il motivo era sempre lo stesso: secondo lui, la donna sperperava i soldi al gioco e trascorreva parte della giornata davanti alle “macchinette mangia-soldi”. «Se avesse voluto ucciderla avrebbe impugnato un coltello, che in cucina non mancano. O comunque uno strumento capace di procurare la morte di una persona. Non certo un mattarello. Il suo è stato un gesto istintivo» ha sottolineato l’avvocato Muzzupappa.

Ultimo aggiornamento: 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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