TREVISO Novantasei candeline sulla torta: un traguardo già di per sé invidiabile che però diventa un vero record se sommato a quello raggiunto dal marito. Duecento anni in due: 96 per Francesca, 104 per Franco. Ieri festa doppia, quindi, per la coppia che si è giurata amore eterno 67 anni fa. Lucidi, arzilli e ironici, i due sposi sono ancora autosufficienti: vanno a fare la spesa, cucinano, puliscono il loro elegante appartamento al quinto piano di piazza Giustinian. E soprattutto si godono i piccoli piaceri quotidiani, come l’immancabile spritz fai da te o sorseggiato in piazza dei Signori. Francesca, all’anagrafe Maria Carmen Trevisiol, orgogliosamente «furlana», ha voluto intorno a sé soltanto i parenti più stretti: l’inseparabile marito Franco (al secolo Luigi Zanon) e i due figli Francesco e Roberto con le rispettive mogli. Una cena all’insegna del buonumore in un ristorante di Dosson e un brindisi con l’augurio di «stare bene e non essere di peso ai figli.
DUE ROCCE
«Sono davvero due rocce - esclama il figlio Roberto -. Per noi sono sempre stati un esempio incredibile. Alla loro età ogni giorno è regalato, ma non tutti hanno la fortuna di arrivarci così lucidi e in salute». La speranza dei figli è di tagliare lo stesso traguardo, del resto la genetica sembra dalla loro parte. Ma anche lo stile e la filosofia di vita fanno la differenza. Francesca e Franco hanno avuto una vita movimentate e nemmeno adesso si abbandonano alla noia. Lei si tiene in forma con le faccende domestiche: «Sono ancora abbastanza agile» - diceva qualche giorno fa chinandosi a sfiorare le punte dei piedi con le mani. E gioca a burraco: «Anche se adesso mi manca la compagnia: prima del Covid venivano a trovarci alcuni amici, adesso non più». Lui invece sfida il computer a scacchi: «Ho fatto 10mila partite e vinco quasi sempre. Mi batte solo quando sono distratto».
VITA MOVIMENTATA
Ci sono giorni però in cui la nostalgia si fa sentire: a Francesca manca molto il negozio che ha gestito per decenni insieme al marito. Con i suoi dolciumi e bomboniere, la “Bon bon boutique” è una delle botteghe che ha fatto la storia del commercio cittadino. Quando è arrivato il momento di andare in pensione, la coppia ha deciso di farsi un regalo all’insegna dell’avventura: un giro del mondo, come quello di cui avevano letto da bambini sulle pagine del romanzo di Jules Verne. «Con una differenza: il protagonista Fogg lo ha fatto in 80 giorni, io a 80 anni» - racconta Franco, ex sottufficiale della marina e insegnante di ballo. La moglie invece, prima di dedicarsi al commercio aveva fatto la maestra e che rimpiange di non aver finito l’Università: si era iscritta a Lingue a Venezia. «A so vecia» - commenta con un sorriso, soffiando sulle candeline.
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