Salvini-diavolo, il writer del murales di Treviso sotto attacco sui social Foto

Giovedì 3 Ottobre 2019 di Denis Barea
Salvini-diavolo, il writer del murales di Treviso sotto attacco sui social
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TREVISO - Dopo la cancellazione praticamente immediata del murales anti-Salvini comparso al Ponte dea Goba a metà agosto (FOTO) e le polemiche che ne sono seguite, Manuel Giacometti lo aveva annunciato. «Farò murales gratis con la faccia di Salvini su richiesta dei privati» disse l'artista in risposta all'ex ministro dell'Interno che aveva commentato la vicenda dichiarando: «Che vadano a casa loro a fare questi dipinti». Trovato un muro privato sopra cui lasciare traccia di quella che Giacometti ha definito «non una battaglia contro Salvini ma contro la censura» sono però piovute altre critiche. 
 

 

Questa volta violentissime e durissime, tutte sui social (circa 800 post), tanto da indurre il writer a sporgere denuncia. Quando le madri cercano a tutti i costi di risparmiare sul cervello del futuro nascituro acquistandolo al discount ecco cosa succede! ha scritto qualcuno su Facebook, a cui si sono aggiunti anche dei el podaria farghene  uno (riferito al murales ndr) in c... de so mare e poi quanti aborti mancati e ancora Vai a c... sinistrato, vergognati, macaco, vigliacco, demente, se ti pago per prenderti a calci in c... accetti? «Parole tossiche - commenta Umberto Saracco, l'avvocato trevigiano che ora assiste Giacometti - quella di Manuel voleva essere una parentesi di cultura per la libertà di espressione ma è stato tutto sporcato dagli haters. Del resto ogni volta che gli organi di informazione si sono occupati dell'attacco d'arte di Manuel Giacometti lui è diventato il bersaglio di offese sia come persona che come artista». 
IN TRIBUNALEOra la risposta alla slavina di insulti si sposterà però dentro le aule di Tribunale. «Noi vogliamo dire ai cyberbulli che odiare costa - attacca il legale - sempre più spesso i troll, i leoni da tastiera che imperversano nei social sono oggetto di azioni penali e civili. E così anche Manuel ha giustamente deciso di reagire a questa valanga d'odio messa in atto contro di lui e, come nel nome della libertà di espressione artistica ha realizzato la performance su quel muro privato, a difesa di quegli stessi principi ha deciso di farla pagare agli odiatori che si nascondono dietro allo schermo di un computer».
I REATIDiffamazione e minaccia sono i reati ipotizzati nella querela che Giacometti intende sporgere: «Di offese ne ho lette veramente tante - sono le sue parole - ma mi hanno colpito di più quelle rivolte alla mia professione di artista, sminuendo ciò che faccio nella vita e trattandomi da parassita. Posso piacere o no; posso suscitare critiche, anche feroci, sono cose che non solo accetto, ma apprezzo perché l'arte divide. Ma non posso tollerare che chiunque, senza un minimo di competenza e per ragioni di tifoseria politica mi metta alla gogna. Viviamo - insiste Giacometti - in un periodo storico particolare: molti si sentono legittimati a sfogare sui social senza alcun freno al loro livore e alle loro frustrazioni perché ci sono anche cattivi maestri che li fomentano per opportunismo. Bisogna reagire e io ho deciso di farlo. Se avrò dei risarcimenti deciderò cosa farne, di sicuro li terrò per me: io non intendo lucrare su questa situazione, le mie intenzioni hanno a che fare con i principi e non con il denaro».
L'ANALISILa denuncia predisposta dall'avvocato Umberto Saracco è corredata da pagine e pagine di videate tratte da Facebook: «L'esame minuzioso dei commenti - ha puntualizzato il legale - ci ha permesso di individuare decine e decine di illeciti rientranti nella fattispecie della diffamazione a mezzo stampa aggravata da futili motivi. Abbiamo individuato anche qualche minaccia. Manuel Giacometti è rimasto scioccato da quelle parole e per questo riteniamo che sia giusto procedere fino alle condanne dei colpevoli, contro cui si costituirà parte civile». 
Denis Barea

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