Moto storiche sul Circuito delle Mura: Treviso celebra Omobono Tenni, il grande campione degli anni '30 e '40

Sabato 29 Aprile 2023 di Giulio Mondin
FOTO STORICA La corsa cittadina dedicata al motociclista trevigiano Omobono Tenni, morto nel 1948
TREVISO - Una sfilata di moto storiche per ricordare Omobono Tenni. L’omaggio al pilota trevigiano, scomparso in un tragico incidente l’1 luglio 1948 nel circuito di Bremgarten in Svizzera, è in calendario il 24 settembre. Manca solo l’ufficialità, ma è già tutto pronto. Ad annunciarlo sono il presidente del Moto Club Tenni Treviso, Diego Possamai, e il presidente onorario Luigi Favarato, che hanno intenzione di ripristinare per l’occasione il vecchio Circuito delle Mura. Un tracciato di un chilometro e duecento metri, lo stesso in cui Tenni si cimentò negli anni d’oro della sua carriera. La partenza è prevista in viale D’Alviano, all’altezza del Basione San Marco. Il corteo di due ruote percorrerà il lungo rettilineo del Put interno fino a varco Manzoni per poi girare a sinistra e immettersi nel Put esterno. Affrontata la curva Bricito e sfiorata Porta Santi Quaranta, i protagonisti della rievocazione arriveranno in staccata a Porta Calvi per imboccare via Mura di San Teonisto e, passando davanti al liceo classico Canova, tagliare il traguardo sempre in viale D’Alviano.

PILOTA ICONICO

Omobono Tenni fu un pilota iconico, senza dubbio leggendario sotto molti aspetti, il cui ricordo è tuttora vivo nella mente degli sportivi trevigiani, e non solo. Fu il primo pilota italiano, su moto italiana, a vincere il Tourist Trophy, la spettacolare e pericolosissima gara che si corre sul tracciato cittadino dell’Isola di Man. Un nome legato a filo doppio con la città di Treviso, nella quale si era trasferito ancora minorenne dalla natia Tirano. A lui, sepolto al cimitero di San Lazzaro, è tra l’altro dedicato lo stadio di calcio e lo stesso Moto Club che porta il suo nome. Per questo il progetto è quello di ricordarne degnamente le gesta in occasione dell’anniversario della sua morte che, tralasciato l’aspetto funesto, ha consegnato alla storia un motociclista simbolo di un mondo ormai scomparso. La rievocazione in grande stile ripercorrerà, come detto, il Circuito delle Mura, manifestazione che si era disputata nel secondo dopoguerra e che era stata riproposta, una volta bandite a livello nazionale le corse all’interno dei tracciati cittadini nel 1972, come omaggio al “Black Devil”, il diavolo nero, come soprannominato dagli appassionati inglesi.

IL RICORDO

Prima di loro furono però proprio i trevigiani a scoprirne l’indole indomita e coraggiosa. Fin da quando cioè, inforcando un apposito sidecar adeguato al servizio, Omobono Tenni iniziò a consegnare le copie de Il Gazzettino. Partiva da Mestre e, risalendo tutta la Valsugana, arrivava a Trento fermandosi nelle edicole lungo il percorso. Questa sua passione sfrenata per le due ruote lo portò in breve a intraprendere le prime gare ottenendo subito vittorie e piazzamenti. La strada era ormai tracciata, il suo nome circolava con sempre maggiore frequenza nell’ambiente motoristico poi, all’inizio degli anni 30, l’approdo alla moto Guzzi come pilota ufficiale. Con la casa di Mandello del Lario Tenni conquistò due titoli di campione italiano, nel 1937 fu la volta dell’alloro europeo nella classe 250. Di pari passo diventavano famosi anche i suoi incidenti, dovuti a uno stile di guida senza paura che infiammava i tifosi. Memorabili alcuni di questi, come le due dita del piede amputate, e un’altra rovinosa caduta giù da una scarpata, a seguito della quale i medici dell’ospedale di Como gli prospettarono l’amputazione di una gamba. Omobono non ne volle sapere e appena possibile uscì dal nosocomio. Nel 1937 la consacrazione al Tourist Trophy, che vinse grazie a un’epica rincorsa dopo essere scivolato durante il primo giro. Al rientro a casa, tutta Treviso gli tributò grandi onori. Poi gli eventi bellici a impedire che il suo palmares si impreziosisse, infine alla ripresa altre vittorie e la conquista nel 1947 del Campionato Europeo Motociclistico.

LA SCOMPARSA

L’anno successivo la sua epopea terminò tragicamente qualche giorno prima della disputa del Gran Premio di Berna. Pilota che voleva sempre andare al massimo senza fare troppi calcoli, Tenni aveva deciso di provare un ultimo giro sul circuito. Il destino però lo attendeva alla curva Eymatt: perse il controllo della moto e volò contro un albero morendo all’istante. La camera ardente allestita nella fabbrica lecchese della Moto Guzzi vide una lunga processione di persone a rendergli l’ultimo omaggio. Infine il trasporto della salma a Treviso. Nel corso del tragitto delegazioni e Motoclub di ogni provincia si accodavano accompagnando il mesto corteo. Il percorso da Castelfranco venne scortato in cielo da una serie di aerei del locale Aeroclub, incredibile fu il tributo di migliaia di appassionati ad un pilota amato come pochi. E il cui mito, a distanza di anni, non è ancora sbiadito. Una figura che ha inventato un nuovo modo di correre in moto, un autentico precursore dei campioni che ne hanno raccolto il testimone.

Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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