Oderzo immersa nei vetri: la modernità dello sguardo nelle creazioni di Carlo Scarpa

Lunedì 25 Dicembre 2023 di Annalisa Fregonese
Oderzo immersa nei vetri: la modernità dello sguardo nelle creazioni di Scarpa

ODERZO (TREVISO) - Dialoghi fra vetri: accade a Palazzo Foscolo a Oderzo dove le opere realizzate dai maestri muranesi su disegni di Carlo Scarpa “si confrontano” con i vetri della Collezione Zava, modellati da Egidio Costantini nella sua Fucina degli Angeli su disegni di Picasso, Jean Arp e Max Ernst. Un dialogo che prosegue nell’attiguo Museo Archeologico Eno Bellis dove ampolle, balsamari e ciotole in vetro del I secolo d.C. nulla hanno a che invidiare per raffinatezza e design ai vetri del secondo millennio. È davvero ampio il respiro della mostra “Vetro vero-Carlo Scarpa in dialogo con le collezioni di Fondazione Oderzo Cultura”, inaugurata ieri mattina e aperta fino al 17 marzo 2024.
Grazie al lavoro di Maria Teresa De Gregorio, presidente di Fondazione Oc, si è riusciti nell’intento di portare a Oderzo i vetri di Carlo Scarpa, realizzati dai maestri vetrai di Cappellin e Venini su disegni del celebre architetto. Sono una trentina di opere iconiche che da tempo non erano visibili al pubblico, provenienti dal Museo delle rarità del castello di Monselice, di proprietà della Regione. Opere rappresentative delle differenti tecniche e lavorazioni progettate da Scarpa. Celebre per le sue creazioni architettoniche, i restauri e gli allestimenti, Carlo Scarpa (Venezia 1906-Sendai-Giappone 1978) fu designer straordinario ed ebbe un rapporto incredibile ed innovativo con il mondo del vetro ed i maestri vetrai muranesi. Un rapporto fatto di studio della materia, di relazione intensa con gli artigiani dell’isola e di sperimentazione costante che lo portò a rinnovare e reinterpretare antiche tecniche di lavorazione del vetro, innestando così le istanze della modernità creando inoltre, insieme ai maestri vetrai, lavorazioni completamente nuove e spesso rivoluzionarie.
Come ha evidenziato il critico Carlo Sala durante la vernice, sono vetri che affascinano per raffinatezza e modernità. Traspare in tutte e tre le collezioni: quella dei vetri di Carlo Scarpa, la “Zava” e quella del museo archeologico, il tenace ed insostituibile legame fra artista ed artigiano, fra il maestro che traccia sul foglio il progetto dell’opera e il maestro che nella fornace modella la materia incandescente riproducendo il disegno, per arrivare ad oggetti che sono vere e proprie opere d’arte. La mostra ideata e supervisionata da Renzo di Renzo e Carlo Sala, arricchita da un notevole apparato grafico, da un contributo video di Teche Rai e dai disegni di Carlo Scarpa, testimonia il percorso compiuto fin dalle prime creazioni che l’architetto veneziano ebbe modo di progettare in Cappellin a partire dal 1926. Scarpa ideò una particolare serie di soffiati dalle forme geometriche essenziali, molti dei quali caratterizzati da un piede tronco-conico come il vaso in mostra.
Allestita al piano nobile del secentesco palazzo, “Vetro vero-Carlo Scarpa” stupisce i visitatori con i vetri “trasparenti”, con i pezzi “a mezza filigrana”, i “lattimi” vetri opachi bianchi. A tanto genio e bellezza si aggiungono i vetri della Collezione Zava, trenta sculture che rappresentano il fulcro della sperimentazione fra Egidio Costantini e il genio immortale di Picasso, Ernst, Chagall, Fontana, Cocteau, Arp e molti altri.

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