PADERNO (TREVISO) - È morto ieri mattina, 15 marzo, Vittorio Zaglia, all’età di 75 anni. Malato da tempo, poche settimane fa aveva partecipato alla presentazione del progetto di co-housing a cui teneva molto. Progetto visto non come alternativa alla casa di riposo ma come vera e propria idea di vita comunitario, una soluzione abitativa che è stata prescelta dalle amministrazioni della Pedemontana, tanto che, proprio in febbraio, se ne era parlato a Borso del Grappa nel corso del primo dei tre incontri previsti per informare su questo progetto portato avanti dagli assessori di Asolo, Borso, Castelcucco, Cavaso, Fonte, Maser, Pieve del Grappa, Possagno, San Zenone degli Ezzelini e dell’Università Popolare dell’Asolano-Auser. Ex imprenditore di Paderno, autore del libro “Messaggi in bottiglia" che ripercorre le vicende degli ebrei internati ad Asolo durante seconda guerra mondiale, era promotore della vita culturale pedemontana, con l’Academia dei Rinnovati, con l’Università popolare, con Asolo Musica, con Italia Nostra. Ed era sempre in prim fila con le sue iniziative sul rapporto tra Asolo e il Regno Unito.
Morto Vittorio Zaglia, lutto nel trevigiano
Tutti, in Pedemontana, lo conoscevano e gli amici lo descrivono come “una persona di sicura fede laica, antifascista, nonché una splendida persona”. Questo scriveva questo qualche tempo fa: «Vent’anni sono un periodo lungo, ma non sufficiente a lenire certi dolori. Quel primo pomeriggio del 29 giugno 2002, al reparto ematologia dell’ospedale di Niguarda a Milano, resterà indelebile nella mente mia e di mia moglie Elisabetta. In quel preciso istante, con la morte di Simone, il nostro unico figlio, che non aveva neppure 22 anni, è radicalmente cambiata la nostra vita.