MOGLIANO VENETO - Riuscirà a passare la Pasqua a casa, tra le braccia dei suoi familiari e il calore di tutto il paese che aspetta di riabbracciarla virtualmente. Che Marta Novello fosse in odore di dimissioni, lo si sapeva già da qualche giorno all'ospedale Ca' Foncello. Inizialmente si pensava potesse accadere già ieri, ma la Usl ha fatto sapere che oggi la ragazza dovrebbe tornare a Mogliano.
L'ATTESA
«Oggi non è ancora stata autorizzata la dimissione» ha commentato ieri il dottor Stefano Formentini, direttore del Ca' Foncello dove la ragazza si trova dalla sera del 22 marzo, giorno dell'aggressione. Il rientro a casa è però stato successivamente confermato dal direttore sanitario della Usl, Francesco Benazzi: «Il giorno delle dimissioni sarà sabato». Dunque la giovane studentessa potrà riabbracciare già oggi il padre, la madre e il fratello minore. Il sollievo dunque prende il posto della profonda angoscia dei primi giorni, quando si è temuto che per la violenza delle coltellate Marta potesse anche non riuscire a sopravvivere. Tutta Mogliano invece la aspetta, a partire dagli amici di una vita che fin dal primo giorno si sono stretti ai Novello e hanno portato anche davanti all'ospedale uno striscione per la 26enne.
LE CONDIZIONI
Quando Marta è stata ricoverata d'urgenza in rianimazione, le sue condizioni erano gravissime. Venticinque fendenti le hanno trafitto tutta la parte alta del corpo. Il 15enne che oggi è in carcere con l'accusa di tentato omicidio l'ha colpita per nove volte al viso e altre sedici alla schiena, alle mani, al torace. Le ha perforato un polmone, danneggiato il fegato, lesionato i tendini di una mano che la ragazza ha usato per difendersi. Marta è stata sedata e messa in coma farmacologico, ma in pochi giorni è riuscita a risvegliarsi, addirittura a incontrare i genitori, a parlare. «Ha affrontato benissimo il decorso post operatorio, è una ragazza molto forte, la lucidità mentale la sta aiutando molto» aveva commentato Formentini alla vigilia del trasferimento dalla rianimazione al reparto di chirurgia all'inizio della settimana. Poi Marta ha avuto anche la forza di affrontare tre ore di interrogatorio con i carabinieri e il pubblico ministero, raccontando la sua versione. Ora, a nemmeno due settimane dall'agguato, potrebbe finalmente rifugiarsi nel calore di casa per proseguire il lungo cammino verso la piena ripresa. Nel frattempo il suo aggressore resta nel carcere minorile di Santa Bona, mentre procedono le indagini della Procura veneziana e dei carabinieri, con le diverse valutazioni psicologiche in corso in questi giorni per tentare di chiarire appieno il movente.