TREVISO «Fatta, sono tornato a casa».
Manildo, le cui condizioni hanno tenuto con il fiato sospeso in questi giorni tutta la città, fa capire quanto sia stata dura la battaglia. «Prima di questi 11 giorni in ospedale non avevo l'idea chiara di come questo virus fosse subdolo e pericoloso e di tutta la forza e la passione competenza e organizzazione messa in campo dai nostri Ospedali, un lavoro di equipe silenzioso e prezioso. C'è veramente da essere grati e orgogliosi! Grazie a tutte le persone che mi sono state vicine e mi hanno fatto sentire il loro affetto. Sono felice».
Fatta, sono tornato a casa. Sono felice ed emozionato. Un ringraziamento con tutto il cuore a tutti gli operatori...
Pubblicato da Giovanni Manildo su Lunedì 8 marzo 2021
Classe 1968, Manildo è stato vittima della cosiddetta ondata dei giovani: nei giorni in cui è avvenuto il suo ricovero si è abbassata nettamente l'età dei pazienti presi incarico dalle strutture dell'Usl. Al punto che la direzione sanitaria aveva messo in guardia tutti per questa nuova preoccupante tendenza. Ma dopo i primi difficili giorni, il decorso di Manildo ha iniziato a volgere al positivo. Fino alle dimissioni di ieri. Tutti, amici, concittadini, colleghi ma anche esponenti di altre forze politiche hanno voluto stringersi intorno all'ex sindaco in questi difficili giorni. E le testimonianze di affetto alla notizia delle sue dimissioni sono state moltissime. Un affetto trasversale e un'onda di calore autentico. Bentornato Giovanni, Grande Giò e foto affettuose dell'ex sindaco con la sua iconica Vespa bianca riempiono la bacheca di un personaggio trevigiano che si conferma oggetto di affetto e stima bipartisan. La testimonianza di Manildo inoltre è l'ennesimaconferma del lavoro dello staff medico trevigiano. Professionisti che da 13 mesi non si risparmiano in corsia
Elena Filini