TREVISO - Una violenza quasi sconosciuta a queste latitudini.
LA FOTOGRAFIA
Le prime chiamate ai vigili del fuoco sono arrivate attorno alla mezzanotte, soprattutto per la rimozione di alberi dalle strade, la messa in sicurezza di pali della luce e alcuni allagamenti di scantinati. La devastazione stava solo prendendo forma. Alla fine si conteranno una settantina di interventi (69 per la precisione) sparsi in tutta la provincia.
Lo scenario più surreale è quello di Asolo, con quella grandinata anomala che ha imbiancato le strade del borgo. Il primo cittadino ha parlato ironicamente di notte bianca per un territorio flagellato. Pala in mano, ha dato una mano agli uomini della protezione civile che hanno lavorato tutta la notte. Sapendo però che sono stati ulivi, viti e ciliegi ad avere la peggio.
«Bisogna subito mettere in atto una grande opera di cura ambientale del nostro territorio - ha detto il sindaco Migliorini - un vero piano di resilienza e mitigazione».
Al centro nuoto Le Bandie è stato il custode, ieri mattina alle 6, a scoprire che il tetto era stato divelto: l'intera copertura andrà rifatta, impossibile recuperarla, e i lavori partiranno già oggi. In tutta l'area di Spresiano ha regnato la paura. Soprattutto a Visnadello. Un grosso albero che svettava davanti all'oratorio è stato sradicato. Un altro è caduto su un'auto in sosta, senza persone all'interno. Il bar del Noi di Spresiano è finito sott'acqua. Il vento ha divelto anche una serie di antenne, ha spezzato un comignolo e ha fatto saltare diversi pali della luce. Un problema, che ha causato vari blackout. Il più lungo, nella zona di via 24 Maggio, è durato 10 ore. Qui c'era anche un'anziana costretta a vivere attaccata all'ossigeno. «Eravamo pronti ad attivare un gruppo elettrogeno dice il vicesindaco Roberto Fava poi la corrente è tornata in tempo». Non rimane che contare i danni. Oggi ci sarà un summit tra i sindaci dei comuni più colpiti: oltre ad Asolo e Spresiano, anche Giavera del Montello, Povegliano, Nervesa della Battaglia, Arcade, Villorba, Oderzo e San Polo di Piave.
L'AGRICOLTURA
Una stima esatta di quanto possa essere costata l'ondata di maltempo è in via di definizione. Si parla di 50 milioni di euro come base di partenza. Di certo c'è che tutta la fascia pedemontana è stata stesa dalla tempesta. Il vento e la grandine non hanno lasciato scampo ai campi di frumento e mais, così come alle viti e alle ciliegie. «Le avversità atmosferiche purtroppo sono sempre più frequenti e soprattutto impattanti per le nostre imprese agricole a testimonianza di cambiamenti climatici ormai permanenti sottolinea Giuseppe Satalino, direttore di Coldiretti Treviso L'aspetto assicurativo per i nostri imprenditori è un costo che negli anni è diventato ordinario e dal quale non si può prescindere nella gestione delle imprese». Nessuno è stato risparmiato. «C'è stata una vera e propria bufera prodotta da un'incredibile combinazione di grandine e di forte vento che, a livello generale, ha distrutto tra l'80 e il 90% del raccolto. Praticamente tutto quello delle viti e gli ortaggi» ha detto Paolo Manzan, titolare dell'azienda agricola bio-diversa Nonno Andrea di Villorba. Ma c'è chi, come l'Asolo Prosecco, che assicura che non ci saranno ripercussioni sul mercato: «La denominazione è in grado di garantire un flusso di prodotto capace di coprire eventuali future carenze», afferma il presidente del consorzio Ugo Zamperoni.