TRENTO/TREVISO - «Impotenti, così ci si sente nell'affrontare una malattia infida e aggressiva come la malaria, nonostante la cordialità e l'impegno costante di medici e infermieri. Impotenti, così ci si sente quando i media ti assediano senza rispettare il tuo dolore». Lo ha scritto in un post su Facebook Marco Zago, il papà della bambina di 4 anni morta per malaria il 4 settembre a Brescia, dopo i ricoveri a Portogruaro (Venezia) e a Trento.
«Impotenti, così ci si sente - prosegue il 40enne trevigiano nel post - nell'apprendere dai giornali che il corpo di tua figlia è sotto sequestro prima e che verrà sottoposto ad autopsia poi, senza essere stati minimamente informati, neanche si trattasse dei beni di un malavitoso. Purtroppo ammalarsi in Italia non è una sfortuna, ma una colpa».
LA REPLICA - «Non volevamo assolutamente invadere la riservatezza e il dolore della famiglia. Si è dato per scontato che fossero stati avvisati del nulla osta e volevamo soltanto accelerare le procedure». Sono parole di scusa pubbliche che vengono dal procuratore capo di Trento, Marco Gallina, al papà trevigiano di Sofia a proposito del fatto di avere saputo dai giornali che il corpo della figlia era sotto sequestro e che ci sarà l'autopsia.
ORE 15.30 - «Abbiamo ricevuto ora il nullaosta di entrambe le Procure, di Trento e Brescia, ora la piccola Sofia è nuovamente a disposizione della famiglia» ha detto il direttore generale degli Ospedali di Brescia Ezio Belleri.
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