Azienda storica, Tessitura Fratelli Bortolotto da 60 anni a San Vendemiano resiste alla crisi. La frecciatina: «Ci vorrebbe un Luca Zaia "tessile"»

Martedì 8 Agosto 2023 di Annalisa Fregonese
Tessitura Fratelli Bortolotto da 60 anni a San Vendemiano resiste alla crisi. La frecciatina: «Ci vorrebbe un Luca Zaia "tessile"»

SAN VENDEMIANO (TREVISO) - Da sessantanni sono sulla breccia, producendo tessuti di qualità e lavorando anche per le grandi case di moda. Alla Tessitura Fratelli Bortolotto che si trova a Zoppè evidenziano con orgoglio che in questi 60 anni non hanno mai delocalizzato. «Da decenni – sottolinea Claudio Bortolotto – diamo lavoro a 26 persone, sono altrettante famiglie del nostro territorio. In passato siamo stati sollecitati più volte a portare la nostra produzione all’estero, erano in particolare le banche a dirci che delocalizzando i profitti sarebbero stati maggiori. Noi abbiamo preferito guadagnare un po’ meno e restare legati alla nostra comunità. Stiamo parlando delle famiglie del nostro territorio». Un’attività quella dei fratelli Claudio, Adino e Giacobbe Bortolotto che è stata fondata dai loro genitori Bepi e Clelia nel 1963. Sono sessantanni di storia artigianale tessile nella Sinistra Piave.


I PROBLEMI
«Le difficoltà – aggiunge Claudio – ci sono, inutile nascondersi. Siamo rimasti in pochi, tanti imprenditori del tessile sono andati all’estero, il settore è abbandonato a sé stesso. Ci vorrebbe un “Luca Zaia” del tessile. Così come il presidente della Regione ha fatto tanto per la nostra agricoltura, c’è bisogno di una figura che diventi punto di riferimento per il tessile, ne porti avanti le istanze. Perchè comunque ci sono posti di lavoro che hanno bisogno di esser sostenuti, c’è una lunga tradizione veneta in questo settore che vede alcune aziende resistere, grazie soprattutto a una spiccata artigianalità». I Bortolotto hanno vissuto tutta l’evoluzione del settore. «Le grandissime case di moda che davano lavoro a molte nostre aziende sono state le prime ad abbandonare l’Italia per dirigersi verso l’Asia, dove il costo del lavoro è ben più basso. Noi stiamo resistendo perchè abbiamo fatto della qualità la nostra bandiera, la spiccata artigianalità ci consente di mantenere standard elevati. I nostri collaboratori hanno competenze introvabili altrove. Fra i nostri clienti ci sono sempre le grandi case di moda, ad esempio produciamo i tessuti con i quali si realizzano gli interni di borse e borsette griffate.

Il controllo di qualità è molto severo, i loro ingegneri arrivano dall’estero per verificare che tutto sia perfettamente conforme».


LA RICERCA
L’azienda produce oggi tessuti per abbigliamento, arredamento, per il settore industriale ed ospedaliero, uniformi per il comparto pubblico; due sono i punti vendita: uno a Zoppè, l’altro a Ponte nelle Alpi. Accanto alle tradizionali operazioni di orditura, bozzinatura (le fibre tessili vengono lavorate per ottenere un unico filato), e tessitura, vi è un reparto di ricerca dove si sperimentano nuovi filati. L’ultimo ottenuto è il “fiocco di legno”, filato ricavato da pura cellulosa ecologica ottenuta dal legno di pino bianco. Si tratta di una microfibra molto delicata con la quale viene realizzato un tessuto termoregolatore, traspirante, antiodore e assorbente. Un’innovazione per rispondere ad una clientela attenta e orientata alla sostenibilità. Quello che serve ora è un maggiore sostegno al comparto per consentire a queste aziende espressione di un artigianato che dura nel tempo, di poter guardare al futuro con un po’ più di serenità. 

Ultimo aggiornamento: 9 Agosto, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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