Le piccole imprese artigiane del Trevigiano sono a caccia di 2.700 operai specializzati

Domenica 30 Maggio 2021 di Mattia Zanardo
Foto di Janno Nivergall da Pixabay

TREVISO - Oltre seimila assunzioni. Sono quelle stimate per il secondo semestre da Unioncamere. E sono circa 2.700 gli operai specializzati che le piccole imprese si contenderanno nel prossimo semestre. Non a caso sono tantissimi i lavoratori che si stanno dimettendo di propria spontanea volontà, per passare ad un'altra azienda. Ecco perché, in molte imprese dell'artigianato trevigiano, più della possibilità o meno di licenziare, a preoccupare in vista di una prossima ripartenza dopo l'emergenza sanitaria, è la carenza di operai specializzati e tecnici, con il rischio di rubarsi gli addetti tra ditta e ditta o da parte di grandi industrie. Ed ecco perché la discussione sulla prossima scadenza del divieto di licenziamento vigente dall'inizio delle pandemia, poco appassiona Vendemiano Sartor, presidente di Confartigianato Marca Trevigiana: «Il venir meno del blocco dal prossimo primo luglio per le imprese industriali ed edili e dal primo novembre per tutte le altre, che anima questi giorni il dibattito sul mercato del lavoro non è rilevante per le dinamiche che caratterizzano quello del settore artigiano», sottolinea.


IL SALDO

A sostegno dell'affermazione, Sartor cita una rilevazione effettuata esaminando i rapporti di lavoro chiusi, per qualunque ragione, in un campione di 2.100 aziende socie.

Confrontando gli andamenti del 2019 e del 2020, le cessazioni sono diminuite del 14,4%: questo dunque sarebbe l'effetto di stabilizzazione delle normative d'emergenza anti-Covid. Ma soprattutto, considerando il 2019, annata normale, i cui i licenziamenti erano liberi, il 50% delle risoluzioni è avvenuto per dimissioni volontarie: ovvero, è stato il dipendente a chiedere di andarsene avendo ricevuto un'offerta di lavoro che riteneva migliore da un'altra impresa. Un altro 35% è dovuto alla naturale scadenza del contratto a termine (per fine appalto, fine del cantiere, rientro del lavoratore che l'interessato aveva sostituito). Solo l'8% delle cessazioni, secondo lo studio di Confartigianato, corrisponde a licenziamenti economici, attuati dall'azienda per mancanza lavoro o crisi o riorganizzazione aziendale. Ci sono poi un 4% di licenziamenti per giusta causa e un ulteriore 3% di casistiche residuali. «I dati certificano che il licenziamento economico è una variabile del tutto marginale nel mercato del lavoro artigiano», ribadisce il presidente dell'associazione imprenditoriale.

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IL RECLUTAMENTO

Piuttosto, ad incidere sui flussi in entrata e in uscita è la ricerca di figure qualificate in mansioni operaie o tecniche. Unioncamere stima che su 6.240 assunzioni previste in provincia nel secondo semestre 2021, in tutti i settori, oltre 2.700, pari al 43%, riguarderanno operai specializzati. Ma questi sono di difficile reperibilità. Per quale motivo? «Sono sempre meno i giovani che frequentano percorsi scolastici attinenti - precisa Sartor - ogni anno escono dal mercato del lavoro per pensionamento lavoratori con esperienza e quindi il numero di quelli su cui contare per mantenere competitive le imprese del manifutturiero si riduce progressivamente».


IL PORTALE

Proprio per cercare di favorire l'incrocio tra domanda e offerta di impiego, Confartigianato Marca Trevigiana ha di recente creato un portale internet (www.ConfartigianatoJob.it), dove, gratuitamente, chi è alla ricerca di occupazione può sottoporre la propria candidatura e le ditte socie possono presentare le occasioni professionali che mettono a disposizione. «Le aziende artigiane - ribadisce il presidente - sono pronte ad assumere lavoratori con competenze qualificate assicurando un aggiornamento formativo che valorizza le risorse umane e garantisce la competitività».

Ultimo aggiornamento: 13:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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