ABANO «Presidente, che tipo di figure mancano?». «Tutte».
I NUMERI
In provincia di Padova si contano in tutto 200 attività alberghiere: 40 in città, 85 nel bacino termale, le altre sparse per il territorio dall'Alta alla Bassa padovana. A queste dobbiamo aggiungere 400 tra bed and breakfast e altre strutture. Hanno appena riaperto dopo mesi da incubo e ora pagano un doppio conto.
Partiamo proprio dalle Terme dove si è vaporizzato un terzo della forza lavoro. «Io sto cercando cuochi ed è un vero delirio, non ho mai sperimentato una situazione del genere - racconta Gianluca Maregotto, titolare dell'hotel Aqua di Abano - Prima lo stop and go degli alberghi e della ristorazione, poi la ripartenza di tutti nello stesso momento. Risultato? Il mercato di queste figure è stato bruciato».
LE COMPETENZE
«Questa settimana le presenze alle terme salgono rispetto ai giorni scorsi. Si arriva al 40% nei giorni feriali e oltre il 70% nel weekend. Servono più lavoratori ma facciamo fatica a trovarli - sottolinea Marco Gottardo, direttore di Federalberghi ma anche presidente dell'ente bilaterale turismo Padova Terme Euganee - Ci hanno abbandonato anche tante figure professionali di alto livello e il problema è dell'intera filiera turistica. Molti stagionali sono stati attratti dal litorale, che garantisce più continuità di lavoro tra luglio e settembre». Qual è la soluzione? «Ricordo a tutti che c'è Padovajob, il nostro portale istituzionale per il mercato del lavoro in campo turistico. Sappiamo che ci sono tanti lavoratori usciti da altri settori e rimasti a lungo disoccupati. Dobbiamo incrociare domanda e offerta».
LO SFOGO
Finora i dipendenti a tempo indeterminato hanno usufruito degli ammortizzatori sociali: Fis Covid per le aziende sopra i cinque dipendenti e cassa Covid in deroga per le altre. Ma non basta: moltissimi sono finiti a fare tutt'altro. Per il presidente Boaretto, albergatore di lungo corso, «il problema nasce dal fatto che è stata dedicata troppa poca attenzione al turismo. La cassa integrazione andava calcolata sullo stipendio effettivo, non sulla paga base che è più bassa. E serve una decontribuzione degli oneri sul lavoro, dando più risorse ai dipendenti e alle imprese. Siamo stati chiusi mentre il contagio continuava comunque a salire: ci hanno massacrato e questi sono i risultati». Ora le strutture hanno riaperto ed ecco un nuovo problema, diametralmente opposto. L'annuncio dei titolari è quasi sempre lo stesso: «Cercasi personale».