Terme, gli albergatori a caccia di 2.000 lavoratori

Giovedì 27 Maggio 2021 di Gabriele Pipia
Terme, gli albergatori a caccia di 2.000 lavoratori

ABANO «Presidente, che tipo di figure mancano?». «Tutte».

Emanuele Boaretto, numero uno di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, risponde senza pensarci nemmeno un secondo, poi si lascia andare ad un lungo sospiro e snocciola l'elenco: «Ci sono camerieri che sono andati a fare i magazzinieri e receptionist che hanno preferito andare in fabbrica. Mancano anche cuochi e bagnini. Non potevano stare ad aspettare la riapertura prendendo meno di 700 euro al mese di cassa integrazione. E ora siamo in enorme difficoltà». Il problema è comune in tutto il Veneto e in provincia di Padova si sente particolarmente. Il settore alberghiero e quello ristorativo hanno perso migliaia di lavoratori e adesso trovare di nuovo tutti questi dipendenti è maledettamente difficile. Per la stagione appena partita mancano complessivamente duemila unità, soprattutto lavoratori stagionali: 1.500 alle terme (erano cinquemila, ora sono 3.500) e altri 500 nel resto della provincia (erano 1.500 ma un terzo ha deciso di cambiare).


I NUMERI
In provincia di Padova si contano in tutto 200 attività alberghiere: 40 in città, 85 nel bacino termale, le altre sparse per il territorio dall'Alta alla Bassa padovana. A queste dobbiamo aggiungere 400 tra bed and breakfast e altre strutture. Hanno appena riaperto dopo mesi da incubo e ora pagano un doppio conto.
Partiamo proprio dalle Terme dove si è vaporizzato un terzo della forza lavoro. «Io sto cercando cuochi ed è un vero delirio, non ho mai sperimentato una situazione del genere - racconta Gianluca Maregotto, titolare dell'hotel Aqua di Abano - Prima lo stop and go degli alberghi e della ristorazione, poi la ripartenza di tutti nello stesso momento. Risultato? Il mercato di queste figure è stato bruciato».


LE COMPETENZE
«Questa settimana le presenze alle terme salgono rispetto ai giorni scorsi. Si arriva al 40% nei giorni feriali e oltre il 70% nel weekend. Servono più lavoratori ma facciamo fatica a trovarli - sottolinea Marco Gottardo, direttore di Federalberghi ma anche presidente dell'ente bilaterale turismo Padova Terme Euganee - Ci hanno abbandonato anche tante figure professionali di alto livello e il problema è dell'intera filiera turistica. Molti stagionali sono stati attratti dal litorale, che garantisce più continuità di lavoro tra luglio e settembre». Qual è la soluzione? «Ricordo a tutti che c'è Padovajob, il nostro portale istituzionale per il mercato del lavoro in campo turistico. Sappiamo che ci sono tanti lavoratori usciti da altri settori e rimasti a lungo disoccupati. Dobbiamo incrociare domanda e offerta».


LO SFOGO
Finora i dipendenti a tempo indeterminato hanno usufruito degli ammortizzatori sociali: Fis Covid per le aziende sopra i cinque dipendenti e cassa Covid in deroga per le altre. Ma non basta: moltissimi sono finiti a fare tutt'altro. Per il presidente Boaretto, albergatore di lungo corso, «il problema nasce dal fatto che è stata dedicata troppa poca attenzione al turismo. La cassa integrazione andava calcolata sullo stipendio effettivo, non sulla paga base che è più bassa. E serve una decontribuzione degli oneri sul lavoro, dando più risorse ai dipendenti e alle imprese. Siamo stati chiusi mentre il contagio continuava comunque a salire: ci hanno massacrato e questi sono i risultati». Ora le strutture hanno riaperto ed ecco un nuovo problema, diametralmente opposto. L'annuncio dei titolari è quasi sempre lo stesso: «Cercasi personale».

 

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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