Infarto fulminante, Federico non ricorda nulla: si svegliò 2 giorni dopo, salvato dai compagni di squadra

Martedì 14 Dicembre 2021 di Valeria Lipparini
Federico Ferrazzo
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TREVISO - «La squadra mi ha regalato una seconda vita e mi sono ripromesso di non sprecarla. Guardo ogni singola cosa come fosse nuova perchè ho visto la morte negli occhi e so cosa avrei perso. È vero, non potrò più giocare a calcio ma sarò il più sfegatato dei tifosi, seduto in prima fila. Non ora, però. Il freddo è un mio nemico mortale». Federico Ferrazzo ha fatto un giro e ritorno dall'inferno. Non ricorda nulla di quel 14 ottobre scorso, quando si è accasciato a terra colpito da un infarto fulminante mentre si allenava con la squadra di calcio degli Amatori Treviso.

Si è svegliato due giorni dopo in terapia intensiva del Ca' Foncello, intubato, ma sicuro, a quel punto, che ce l'avrebbe fatta. «Mi sono detto che i miei figli non si meritavano di restare senza papà e ce l'ho messa tutta» racconta con una voce tranquilla, come se non fosse successa una rivoluzione nella sua vita.


Infarto, massaggio cardiaco a oltranza

I compagni di squadra si stavano allenando con lui. Quattro giri di campo e poi flessioni con la testa rivolta verso il basso. Davide Schiavo, Sean Finnegan, Pietro Potenza (che è in ospedale all'Angelo di Mestre per un incidente) e Andrea Dotto hanno però capito in un lampo che Federico, steso a terra, le braccia rigide, lo sguardo vitreo, era stato colpito da un attacco al cuore. E si sono alternati nel praticargli il massaggio cardiaco. Quando uno era stanco, subentrava l'altro. Fino all'arrivo dell'ambulanza del Suem 118. È così che gli hanno salvato la vita.


Corso di primo soccorso

Prendendo spunto da questa storia a lieto fine l'amministrazione, ieri sera, ha riunito alla scuola Stefanini, i protagonisti dell'incredibile vicenda, i dirigenti di alcune società e la Croce rossa. «Abbiamo pensato che potevamo mettere in piedi un corso di primo soccorso indirizzato agli sportivi amatoriali. Il corso si terrà in tre serate, nella palestra Felissent, a partire dal 26 gennaio. Abbiamo voluto accollarci i costi di questa iniziativa pensata per le società amatoriali. Perchè episodi come questo possano sempre finire bene, con un salvataggio» ha detto il sindaco Mario Conte. Che ha consegnato un attestato alla moglie di Potenza e ai salvatori di Federico per ringraziarli del gesto compiuto.


Visita agonistica perfetta, poi il malore improvviso

E poi, una stretta di mano a Federico Ferrazzo, 53 anni, di Eraclea, capitano di una azienda di trasporti di San Donà, che gravita a Treviso per la passione del calcio. È lui stesso che racconta quello che è successo prima e quello che è successo dopo il black out. È commosso. «È la prima volta che rivedo i compagni di squadra. Li ho sentiti per telefono, ma poco per volta. Non avevo la voce dopo essere stato intubato. Ricordo, però, che in settembre avevo fatto la visita medica per l'idoneità agonistica e mi avevano trovato in perfetta forma. Cosa sia successo quel giorno non lo so. Io che non fumo, non bevo. Mi hanno detto che i medici mi hanno defibrillato per 45 minuti e che sono stato appeso tra la vita e la morte a lungo». Ieri sera, accanto a lui i figli Asia, 14 anni e Nicola che ne compirà 12 a giorni, insieme alla moglie Manuela. «La mia famiglia è un dono del cielo. E i miei compagni di squadra i miei eroi».

Ultimo aggiornamento: 17:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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