TREVISO - Sale la rabbia per il ritardo nei soccorsi dopo l'incidente costato la vita Serghei Gusovski, per tutti Sergio, il ragazzo trevigiano di 24 anni di origine moldava rimasto vittima di un incidente stradale sabato pomeriggio a Cavasso Nuovo, nel pordenonese.
IL DEFIBRILLATORE SCARICO
Non vedendo arrivare nessuno - «anche se il personale al centralino del 112 è sempre rimasto in linea per cercare di guidarci da remoto», ammettono i presenti -, le persone che si sono trovate a transitare sul luogo del gravissimo incidente si sono date da fare autonomamente. Due ragazze del posto sono salite in auto e hanno prelevato il defibrillatore installato dal Comune all'esterno della casa di riposo. Una volata di una manciata di minuti, ma al ritorno sul luogo del sinistro la drammatica scoperta: il dispositivo era scarico. Le due donne sono allora salite di nuovo in auto e hanno prelevato dalla teca il defibrillatore posto fuori dalla sala operaia e lo hanno consegnato all'infermiera che stava facendo le manovre di rianimazione a mano. «Qualcuno dovrà spiegarci - la protesta dei protagonisti - perché si tengono dei defibrillatori se non viene assicurata adeguata manutenzione. Si sono persi lunghissimi minuti per il mancato funzionamento della prima apparecchiatura».
LA VELOCITÀ ELEVATA
A prescindere dall'incidente, sul quale stanno indagando i carabinieri, i residenti da anni protestano per la velocità lungo tutta l'ex provinciale 2 dei Maraldi, da Maniago a Meduno: «Il limite non viene rispettato da nessuno - accusano - nonostante la presenza di due paesi (Fanna e Cavasso, ndr) e di un campetto in cui giocano centinaia di bambini, tutti sfrecciano come in autostrada. Servono dispositivi fissi per il controllo della velocità».
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