La fidanzata di Sebastiano: «Fosse rimasto con me a Jesolo sarebbe ancora vivo»

Domenica 21 Agosto 2022 di Valeria Lipparini
Benedetta Odi, la fidanzata di Sebastiano Marson, il giovane musicista morto in un incidente a 22 anni

SAN BIAGIO - Quello che li univa era un filo invisibile fatto di note e di armonia. «Cantavamo la stessa musica. Ci siamo conosciuti tre anni fa. Io volevo prendere lezioni di canto e una mia amica me l’ha presentato. Tutto è nato così. Un legame che ci aveva portato a Milano, a tentare nuove strade per scoprire se eravamo capaci di reggerci sulle nostre gambe e la nostra musica» Benedetta Odi era la ragazza di Sebastiano Marson. 22 anni, una vocina sottile che sembra incapace di “prendere” le note basse. E, invece, un carattere temerario. A vent’anni segue Sebastiano a Milano. Lui fa musica di strada al Duomo, a Niguarda. Pensa al futuro e fonda un piccolo gruppo. «Io, invece, studiavo grafica». Ma non regge. Torna al paese, nella Marca. Si incrociano di nuovo otto mesi fa proprio a Sant’Andrea di Barbarana.

Era rientrato anche lui. Basta Milano, ora ha un gruppo tutto veneto, con cui si esibisce nei locali della provincia, e non solo.

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I SOGNI

«Scopro che mi piace ancora tanto. E lui dichiara che non mi ha mai scordato. Siamo diventati inseparabili. Io disegnavo le locandine del gruppo. Lui, insieme agli altri componenti, cantava e suonava. Cominciava il successo, piccolo è vero. Ma erano gli inizi. Ora, c’è solo il buio. L’ho visto ieri in obitorio, sembrava che dormisse. Solo gli occhi denotavano una strana paura. Non so cosa possa aver visto prima di andarsene per sempre. Oggi andrò a dargli l’ultimo bacio. Con lui si spegne il sole» dice Benedetta. «Parlavamo tanto, sognavamo di trasferirci in Spagna. Ora canterò per lui perchè diceva che avevo una bella voce e mi sembra di fare qualcosa per tenerlo in vita, almeno dentro di me». Benedetta spiega che la band era stata chiamata ad Amici, ma non aveva passato il provino e poi, era stata convocata a Roma per sostenere i provini del programma di Carlo Conti The band”. «A loro, però, più di tutto piaceva esibirsi sul palco, ovunque. Non avevano preferenze». 


L’ULTIMA SERA

Ricorda la loro ultima sera. «Mi ha accompagnato a Jesolo dove faccio la stagione all’hotel Byron Bellavista. Abbiamo avuto i nostri ultimi attimi insieme, da non scordare mai. Poi se n’è andato. Se fosse rimasto con me sarebbe ancora vivo. Ci penso continuamente. Lui voleva rimanere ma io gli ho detto di andare via per arrivare presto a casa. Oggi (ieri ndr) doveva dare lezioni di chitarra e volevo che fosse riposato. Invece è morto». La voce di Benedetta si abbassa un po’: «Mi mancherà tutto di lui. La sua voce, gli attimi che cantava solo a me dal palco, certe canzoni solo nostre e accennavamo passi di danza, lui dal palco e io sotto. Quando cantava “A sky full of stars” dei Coldplay tutti impazzivano. E io mi innamoravo sempre di più. Quel testo lo dedicava ogni volta al nonno che era mancato e al quale era legatissimo». Se dovessi dirgli qualcosa? «Gli sussurrerei la frase dell’inedito che aveva appena composto e che sembra tagliatio addosso a lui. Sei forte, non cedi, non cadi mai. Sebastiano era così, forte, energico, faceva tutto, era mille cose insieme. Lo chiamavo “Manny tuttofare” come il cartone animato che guardavo da piccola. Ora, di lui, ho solo ricordi».

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Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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