Green pass, l'odissea di due professori: «L'AstraZeneca a Miami non è valido»

Giovedì 29 Luglio 2021 di Mauro Favaro
Laura Giannetti e Guido Ruggiero
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TREVISO - C'è chi si è vaccinato, pure più del dovuto, ma ora non riesce a ottenere il Green pass corretto. E c'è anche chi non è ancora riuscito a vaccinarsi e non vede l'ora di poterlo fare. Non mancano i contrattempi nella maxi campagna anti-Covid. Il primo caso riguarda Laura Giannetti e Guido Ruggiero, docenti rispettivamente di lettere moderne e di storia all'Università di Miami. Il 5 aprile avevano ricevuto la prima dose di AstraZeneca nel centro del Bocciodromo di Villorba. Il vaccino anglo-svedese, però, non è stato ritenuto valido dal campus universitario statunitense. E la coppia di insegnanti è stata costretta a correre ai ripari per poter tornare a viaggiare e a lavorare. Così il 5 giugno sono stati vaccinati con Johnson & Johnson, che in realtà sarebbe monodose, durante la tappa del camper dell'Usl in piazza Duomo a Treviso.

Ma non è bastato.

IL RACCONTO
«Il 19 giugno è arrivato il Green pass, che però riporta solo la prima dose di AstraZeneca - spiega Giannetti - il ministero della Salute dice di non aver mai ricevuto i nostri dati». Fino a questo momento non se n'è usciti. E pesa il fatto che a breve la certificazione verde sarà indispensabile non solo per tornare all'Università di Miami ma anche per spostarsi in generale, accedendo a vari servizi, a partire da bar e ristoranti (se si consuma all'interno). «Sono passati 50 giorni dalla vaccinazione con J&J - evidenzia Giannetti - il Green pass che accerta il completamento del ciclo vaccinale sta diventando obbligatorio, e sarà sempre più importante». La docente si è rivolta direttamente al centro vaccinale dell'ex Maber di Villorba. Qui gli operatori dell'Usl hanno provato a risolvere il nodo facendo scadere la dose di AstraZeneca, così da tenere buona solo quella di J&J. L'arrivo del Green pass corretto, però, non è ancora scontato. E tra due settimane Giannetti e Ruggiero dovrebbero tornare negli Stati Uniti.

L'ATTESA
Tra le persone che restano in attesa c'è anche Amina Negro. Ma il motivo è diverso. Lei, 52 anni, aveva preso appuntamento già lo scorso 9 giugno per essere vaccinata nel polo di Campo Fiera di Godega. A causa di alcune allergie, però, una volta sul posto i medici le hanno detto che non poteva ricevere l'iniezione in quel centro e che avrebbe dovuto essere inserita in una seduta protetta in ospedale dedicata alle persone con particolari fragilità. «Ho scritto a tutti, mandando mail e Pec, e mi sono aggrappata al telefono. Ma al momento non ho ricevuto nessuna risposta - sottolinea la 52enne - il risultato è che non sono ancora vaccinata, con ciò che ne consegue a livello di rischi in caso di contagio. In più, in vista dell'introduzione del Green pass, ci sono difficoltà anche per quanto riguarda la vita sociale». Il nodo più grande però è sempre il lavoro: l'azienda di software dove è in servizio ha deciso di aprire solamente alle persone in possesso della certificazione verde. E lei al momento sarebbe fuori. Negro prende anche in considerazione l'ipotesi di non poter essere vaccinata contro il Covid per problemi di salute. «Ma è necessario che venga certificato o rischio di passare per no-vax. Rispetto tutte le posizioni, ma questa non è la mia conclude e non posso neppure andare avanti a farmi tamponi per ogni occasione».
 

Ultimo aggiornamento: 19:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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