Pagaiare sul Piave dalle Dolomiti a Venezia, il viaggio del campione è diventato un film

Lunedì 5 Ottobre 2020
Il film Dalle Dolomiti a Venezia era stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia
SAN BIAGIO DI CALLALTA - Sognava di fare come gli antichi zattieri che trasportavano la legna delle Dolomiti fino in laguna. Un lavoro certosino, faticosissimo e di grande responsabilità. Un lavoro che anno dopo anno, secolo dopo secolo, avrebbe reso Venezia quella che tutto il mondo oggi conosce. Un viaggio dentro sé stessi, se si vuole, ma anche un cammino sull'acqua lungo tutta una Regione, un viaggio nella natura, un modo, a ben vedere, di affrontare la vita. Un modalità fuori dal comune, quella di ammirare la Piave, come dice lui al femminile, sopra un Sup, ossia pagaiando su una tavola da surf. E quest'avventura è diventata un film presentato di recente alla mostra del cinema, guarda caso, di Venezia. Nicola Zamuner, Dalle Dolomiti a Venezia è la nuova pellicola prodotta da Giovanni Zalloni e diretta da Giovanni Lupinetti, per la sceneggiatura di Pietro Albino Di Pasquale. Racconta la sua discesa lungo il fiume sacro alla Patria utilizzando solo un Sup, solcando anche i punti più difficili da raggiungere e facendo così conoscere al pubblico degli scorci poco noti. Dal suo punto di vista, in piedi, sull'acqua.
IL VIAGGIO
«Il film Nicola Zamuner - spiega il regista Lupinetti - è stato realizzato tenendo a mente l'immersione di Nicola nel contesto naturalistico del Piave. L'obiettivo principale è stato quello di cercare di far risaltare l'ambiente, tutto però rapportato all'atleta. Il viaggio, e dunque il film, prosegue solo seguendo Nicola passo passo nel suo personale viaggio all'interno della storia». E spiega anche tecnicamente il lavoro: «In virtù di queste necessità sono stati realizzate riprese aeree e anche Pov», acronimo che sta per point of view, ossia dal punto di vista del protagonista. «Ma ci sono stati anche campi lunghi e lunghissimi contrapposti a primi piani e mezze figure di Nicola che esplora il fiume, le montagne, gli elementi di questo viaggio». Nicola parte da lontano. Il viaggio inizia con una discesa dal Monte Peralba, si insinua attraverso le valli del Comelico e del Cadore. Qui ripercorre la storia degli artigiani zattieri che scendevano quel fiume in piedi, sulle zattere, come lui. Il legno è elemento spesso presente durante il suo viaggio lungo il fiume, a memoria degli eventi atmosferici che hanno segnato questi ultimi anni. Si arriva alla fine alla laguna di Venezia con un messaggio chiaro: il popolo del fiume non cambia: le genti di montagna, quelle di pianura e quelle di laguna sono legate indissolubilmente all'elemento acqua. L'EMOZIONE
Fin qui la storia e lo sviluppo tecnico.
Ma dietro, per il protagonista, c'è pure una buona dose di emozioni. Zamuner, da dove nasce questa idea? «La prospettiva di stare in piedi e passeggiare sull'acqua mi ha dato l'ispirazione per un'impresa unica nel suo genere. Dalle Dolomiti a Venezia. Volevo fare qualcosa che restasse indelebile e che facesse apprezzare al mondo la bellezza del Veneto e del suo territorio. Attraverso l'aiuto del fiume Sacro alla Patria, la Piave». E perché proprio questo fiume? «Vorrei che la Piave non venga ricordata solo per esser stata la linea del fronte durante la Grande Guerra, ma anche perché è il collegamento tra la maestosità delle Dolomiti e la magnificenza della laguna veneta». Perché l'idea di utilizzare il Sup? «Gli zattieri un tempo navigavano su una zattera per portare legname alpino per le fondamenta di Venezia. Così anche io sono partito dalla sorgente del Piave, nel Monte Peralba, per arrivare a Venezia. È un moderno e antico legame che nella fluidità delle acque del fiume ci ricorda come tutto sia frutto del bilanciamento tra elementi». E alla fine tutto appare chiaro: l'obiettivo del viaggio non è la meta, ma il cammino. Magari anche dentro sé stessi. Gianandrea Rorato
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