Regole e quarantene non rispettate, vigili a caccia dei trasgressori "spiando" i social

Lunedì 4 Gennaio 2021 di Giuliano Pavan
La centrale operativa dei vigili di Treviso
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TREVISO Tolleranza zero contro chi non rispetta le norme anti-Covid. E per scoprire chi trasgredisce verranno utilizzati dagli agenti della polizia locale di Treviso anche i social network. Postare foto di feste, gite, pranzi e cene tra decine di persone sono di fatto la prova di comportamenti sbagliati.

Fermo restando che nelle case non possono essere effettuati blitz da parte delle forze dell’ordine, i controlli su strada possono invece essere indirizzati in luoghi prestabiliti. Utilizzando, appunto, l’aiuto dei social. È questa l’ultima frontiera dei controlli per combattere la diffusione dei coronavirus, che a Treviso continua a galoppare. «Muovendoci in ambito amministrativo e non penale - afferma il comandante della polizia locale di Treviso, Andrea Gallo - non è consentito effettuare controlli all’interno delle abitzioni private. Noi da tempo monitoriamo anche i social network per scoprire situazioni a rischio o fuori regola. I controlli che effettuiamo su strada tengono conto anche di questo aspetto e possono essere dunque mirati in zone particolari». 


IL MONITORAGGIO
Il lockdown di Natale ha di fatto portato a svuotare le strade. Le sanzioni negli ultimi dieci giorni in realtà sono state poche, ma i controlli non si sono mai fermati, anche sul fronte del coprifuoco. E un’arma in più viene proprio dai social, dove spesso i più spavaldi pubblicizzano il non rispetto delle regole base. Se a Treviso i contagi non accennano a diminuire significa che, con le restrizioni in atto, le norme non vengono rispettate. Impossibile però pensare di mettere un poliziotto per ogni casa. Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2, punta infatti il dito contro i trevigiani che non rispettano la quarantena e, in alcuni casi, forniscono un numero di telefono errato al servizio di tracciamento. E chiede maggiori controlli. Il prefetto Maria Rosaria Laganà, rispondendo che i controlli ci sono e sono seri, conferma che il rispetto delle regole spesso non viene osservato. Aggiungendo però che un minor numero di deroghe, come ad esempio quella di poter far visita a familiari e amici, forse poteva essere la strada più giusta. Resta che la repressione, per essere più efficace, è obbligata ad avvalersi della tecnologia. 


LE ACCUSE
Senza senso civico, però, i controlli non possono fare miracoli. Se nel mirino sono finiti i comportamenti scorretti per giustificare l’aumento dei contagi, per il Pd di Treviso e per Coalizione Civica le responsabilità sono anche in capo alla Regione. I Dem accusano infatti il presidente Luca Zaia di aver «drogato i dati» dei tamponi per mantenere il Veneto in zona gialla, invocando misure di distanziamento più restrittive. Coalizione civica chiede invece al direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi, al presidente della Provincia Stefano Marcon e al sindaco Mario Conte di premere sulla Regione per affinchè preveda misure diverse da quelle adottate finora.

Ultimo aggiornamento: 11:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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