Aumento dei contagi Covid: a rischio il recupero delle visite specialistiche

Giovedì 7 Luglio 2022 di Mauro Favaro
Visite specialistiche a rischio nel trevigiano

TREVISO - Il ritorno del Covid mette a rischio il recupero delle visite specialistiche e degli interventi chirurgici non urgenti che erano già stati rinviati nei momenti peggiori dell'epidemia da coronavirus. Sono oltre 15mila i trevigiani che stanno attendendo l'appuntamento per una visita specialistica. E altri 4mila aspettano di entrare in sala operatoria. «Per ora non è stata ulteriormente rinviata alcuna prestazione - mette in chiaro Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca ma se i ricoveri a causa del Covid dovessero continuare ad aumentare, le cose si farebbero decisamente più complicate». Oggi sono 127 i pazienti positivi ricoverati negli ospedali trevigiani, compresi quattro anziani in Terapia intensiva. Negli ultimi due anni erano stati anche molti di più. Adesso, però, si sperava di poter recuperare il terreno perduto proprio in quei frangenti. Davanti a questi numeri, il Ca' Foncello si sta allargando per riuscire a mantenere i servizi il più in equilibrio possibile.

Oltre al nuovo reparto da 20 letti per pazienti negativi al Menegazzi dell'Israa, nel quartiere San Giuseppe, ci sarà anche l'apertura di un settore da 30 posti letto nell'ospedale San Camillo di Treviso dove verranno inviati 6 pazienti al giorno dai pronto soccorso dello stesso Ca' Foncello e da quello di Montebelluna. Parallelamente verranno aperti due nuovi blocchi Covid (su tre) nell'area del reparto di Geriatria del Ca' Foncello, che è supportata anche dalla Medicina.


L'ORGANIZZAZIONE
La nuova organizzazione è stata illustrata ieri nella conferenza dei sindaci dell'azienda sanitaria. «Questa ci permetterà di procedere con il recupero delle prestazioni, confermando allo stesso tempo il piano ferie per i nostri dipendenti, che hanno passato due anni in piena emergenza - fa il punto Benazzi - ci si sta concentrando in particolare sul fronte del recupero degli interventi chirurgici. Ma stiamo recuperando anche le visite specialistiche. Le liste d'attesa relative al 2021 sono ormai concluse. Per quanto riguarda quelle di quest'anno, invece, complice l'aumento delle richieste pure tra il 20 e il 30 per cento, ci trascineremo inevitabilmente una coda nel 2023». Distribuire una parte dei pazienti consente di recuperare letti. E di conseguenza di ridurre le attese, che attualmente nel 10% dei casi non rispettano i tempi massimi. «Ci sono spesso pazienti che di fatto vengono lasciati in ospedale anche per una ventina di giorni perché le famiglie non sanno come gestire la situazione dopo le dimissioni allarga le braccia il direttore generale e anche questo oggi inevitabilmente incide con l'attività ospedaliera». Dopotutto si è al limite. Le difficoltà non mancano. Non solo tra le degenze.


LA SITUAZIONE
Per una cataratta, ad esempio, oggi si deve attendere in media un anno e mezzo. L'azienda sanitaria punta a dimezzare anche questa lista d'attesa entro la fine dell'anno. Ma bisogna sempre fare i conti con la cronica carenza di personale. Oggi mancano 255 persone negli ospedali. Senza contare le difficoltà nel reperire medici nuovi specialisti. «In questo momento abbiamo 125 lavoratori, tra medici, infermieri, oss e così via, in isolamento a casa perché positivi al Covid fa i conti Benazzi e a questi si aggiungono altri 130 lavoratori che continuano a rimanere assenti perché nonostante l'obbligo non si sono vaccinati contro il coronavirus, senza un valido motivo».
 

Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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