Imprese in difficoltà, il prefetto: «Pericolo di infiltrazioni mafiose»

Sabato 18 Aprile 2020 di Alberto Beltrame
Il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà
Le difficoltà in cui versano le imprese, a causa dell’emergenza legata al coronavirus, sono un’occasione troppo ghiotta per la criminalità organizzata, che farà di tutto per tentare, con l’arrivo della “fase 2”, di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale trevigiano. Cercando di prestare denaro alle aziende in difficoltà e sfruttando il disagio delle famiglie che, se non affrontato a dovere dalle istituzioni, rischia di trasformarsi in terreno fertile per l’arrivo di un altro virus, quello della malavita. A lanciare l’allarme è il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà, che proprio ieri ha riunito il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, incentrato sul tema dell’azione di contrasto e prevenzione di ogni forma di illegalità da parte delle organizzazioni criminali, che “ in questa fase - sottolinea la Prefettura - potrebbero trovare condizioni potenzialmente facilitatrici”.
«Le situazioni di crisi - spiega il prefetto -, oltre a minare la stabilità economica di un territorio, hanno effetti collaterali pericolosi: c’è chi faticherà ad andare avanti, sia individui che aziende, e la necessità di recuperare il tempo perduto potrebbe portare qualcuno a cedere alle lusinghe della criminalità, sempre più sofisticata nei suoi approcci». Che le mafie siano ormai presenti stabilmente in Veneto, specie dopo la crisi del 2008, è ormai un dato di fatto.

CANTIERI E APPALTI
Per questo è stata pianificato un rafforzamento generale delle attività info investigative da parte delle forze dell’ordine, con un occhio particolare agli appalti pubblici e ai grandi cantieri, sia sul fronte dei processi decisionali che nelle fasi esecutive degli stessi lavori. «Qualche azienda, penso al settore edile ma anche al turismo e alla filiera agro alimentare, dopo mesi di stop potrebbe trovarsi in difficoltà finanziarie. Noi dobbiamo essere pronti ad intercettare quelle situazioni di disagio prima che sia troppo tardi» spiega Laganà. Altro fronte sul quale vi sarà stretta vigilanza è quello dell’utilizzo delle risorse pubbliche «rese disponibili in conseguenza dell’emergenza in atto a favore delle categorie economiche, che potrebbero alimentare il rischio di infiltrazioni criminali nei circuiti legali». L’appello della Prefettura è rivolto anche alle categorie economiche, ai commercialisti, ai notai, che devono vigilare “e segnalare le situazioni poco chiare”.

L’AZIONE DEI COMUNI
Il prefetto ha inviato una circolare a tutti i sindaci della Marca. «Ho chiesto a di monitorare i fenomeni di disagio sociale di fasce di cittadini in particolare difficoltà - spiega Laganà -, perchè sono proprio i rappresentanti delle autorità locali ad avere il polso della situazione. È importante che ci aiutino, assieme agli stessi ordini professionali e alle organizzazioni sindacali, ad individuare situazioni di sofferenza dei settori economici per i quali la ripartenza delle attività è connotata da maggiori incognite». La cosiddetta “fase 2” insomma rischia di presentare delle insidie non solo dal punto di vista del contenimento dell’epidemia, ma anche dai possibili tentativi di infiltrazione di un altra malattia, quella dell’economia illegale delle cosche che già in questi anni hanno fatto capire quanto siano in grado di penetrare anche nell’economia del ricco Nordest. «Dobbiamo individuare strategie e soluzioni - spiega a chiare lettere il prefetto -, che possano favorire la ripresa economica e produttiva e, con essa, condizioni di benessere anche per le categorie più deboli. Riducendo così il più possibile le situazioni di bisogno che, non adeguatamente affrontate, possono indurre a pericolose connivenze con le organizzazioni criminali».

ACCESSO AL CREDITO
Un ruolo cruciale lo avranno di sicuro le banche, perchè il primo grande problema delle imprese è e sarà la crisi di liquidità. Dopo almeno due mesi di stop, c’è chi avrà di fatto raschiato il fondo del barile. «Sappiamo che gli istituti di credito hanno regole e paletti - conclude il prefetto -. Mi auguro però che vengano evitate lungaggini ed eccessi burocratici e che sia facilitato il lavoro di chi ha bisogno di ripartire, ma potrebbe essere tentato di affidarsi a chi presta denaro senza bisogno di garanzie salvo poi chiederlo indietro a tassi di usura o impossessandosi direttamente delle attività finanziate, schema purtroppo già visto dopo la crisi del 2008. La nostra, ci tengo a sottolinearlo, non è però affatto una provincia sprovveduta: la Marca è un territorio che sa reagire e i trevigiani sono abituati a rimboccarsi le maniche. Non dimentichiamoci però che la criminalità ha affinato le sue armi e non si deve mai sottovalutare».
Ultimo aggiornamento: 07:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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