Coronavirus, morta la storica perpetua di Canizzano, addio a Santa Trabucco

Venerdì 13 Marzo 2020
Coronavirus, morta la storica perpetua di Canizzano, addio a Santa Trabucco
TREVISO Addio alla patriarca di Canizzano. Era conosciuta anche così Santa Trabucco, storica perpetua della parrocchia, mancata ieri notte a 97 anni in un letto del reparto di Geriatria dell'ospedale di Treviso, ancora isolato a causa del maxi-focolaio di coronavirus. Poco prima che se ne andasse, un'infermiera è riuscita a farle scambiare qualche parola al telefono con una delle nipoti. Santa, anche se un po' sorda, è sempre stata lucida. Purtroppo non è stato possibile fare nient'altro. Era entrata in ospedale ormai da un mese per un problema oncologico. E qui è finita al centro del focolaio di coronavirus esploso nel reparto, che il 25 febbraio è stato praticamente sigillato per arginare i contagi. Anche lei era risultata positiva al test per il Covid-19. A parte una breve parentesi nel settore dell'Ortopedia dedicato alle donne, è sempre rimasta in Geriatria.

I PARENTI
L'isolamento forzato ha impedito ai parenti di salutarla per l'ultima volta. «È mancata da sola tra persone che non conosceva, che comunque l'hanno curata, seguita e accudita nel migliore dei modi spiega il nipote Vittore Trabucco, senza nascondere l'amarezza forse l'emergenza poteva anche essere gestita in modo diverso. Magari consentendo a un parente di darle un ultimo saluto da distante o da dietro un vetro. Invece è andata così». «Adesso sei uno di quei numeri che vengono definiti morti con il coronavirus perché affetti da altre patologie aggiunge la nipote Chiara Casarin in isolamento, senza una carezza, una parola d'amore, questo mondo folle ti ha strappato a tutti noi. Un grande grazie e un senso profondo di riconoscenza a tutto il personale sanitario che ti ha accudita al posto nostro, agli assistenti domiciliari che ti hanno curata, ai servizi sociali comunali che ti hanno seguita. E al paese che ti è sempre stato e ancora ti è vicino». 

IL CORDOGLIO
Santa era una vera e propria istituzione a Canizzano. Era nata l'8 aprile del 1922 da una famiglia di mezzadri che abitava in un complesso di case negli anni successivi cancellato dall'avanzare della pista dell'aeroporto di Treviso. Senza marito e senza figli, ma con 16 nipoti, ha lavorato come domestica a servizio di diverse famiglie della città. Ma è conosciuta da tutti soprattutto per il suo impegno come perpetua nella parrocchia di Canizzano. Fino al giorno prima del ricovero in ospedale viveva ancora da sola in una casetta a ridosso della canonica. Pur con qualche aiuto, non aveva mai perso la propria autonomia. Aveva iniziato a collaborare alle attività parrocchiali già da giovanissima, all'epoca del vescovo Antonio Mantiero, che nel 1936 prese il posto del beato Andrea Giacinto Longhin. In parrocchia faceva praticamente di tutto. «Si occupava della chiesa e della canonica, predisponeva ogni cosa per le visite dei vescovi nel quartiere, faceva il catechismo ai ragazzi e, in più, dava una mano a tutte le persone che avevano bisogno di qualche informazione o di risolvere qualche questione pratica racconta Vittore dopo il bombardamento di Treviso, aveva portato assistenza ai cittadini che dovevano ripartire tra le macerie. Non si è mai tirata indietro davanti a nulla». 

IL QUARTIERE
E oggi tutta Canizzano glielo riconosce. «Abbiamo tutti perso una zia dicono dal quartiere non c'è uno solo di noi che non la conservi tra i ricordi fin da quando era bambino». Come previsto dal decreto per l'emergenza coronavirus, il funerale verrà celebrato in forma strettamente privata. Grazie a una dispensa vescovile, Santa ora potrà riposare nella tomba riservata ai sacerdoti che hanno guidato la parrocchia di Canizzano.
M.Fav.
Ultimo aggiornamento: 15:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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