Bullo accusato di rapina alla Casa di Caccia si pente: «Ritorno a studiare»

Venerdì 6 Maggio 2022 di Giuliano Pavan
Bullo accusato di rapina alla Casa di Caccia si pente
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TREVISO - «Sì, è vero, ho fatto cose brutte, di cui mi pento. E me ne assumerò le responsabilità. Ma voglio anche dire che ho deciso di cambiare vita: mi sono riscritto a scuola e sto seguendo un percorso di riabilitazione». In altre parole basta scorribande. E non si tratta di una strategia difensiva per strappare una pena più mite, o almeno non solo. Perché Allae Dhaih, 21enne residente a Belluno, ha davvero scelto di togliersi di dosso quell’etichetta che lo legava alla Cobra gang, un gruppo di ragazzini che, in particolare nel bellunese, è accusato di aver terrorizzato dei coetanei compiendo furti e rapine, senza sottrarsi a utilizzare metodi violenti che potevano sfociare anche in risse.

Lo ha ribadito ieri mattina, in tribunale a Treviso: ha parlato in aula davanti al collegio chiamato a giudicarlo per una rapina ai danni di tre ragazzi nel parcheggio della discoteca Casa di caccia di Monastier sostenendo di «essere pronto a pagare per quello che ho fatto» e aggiungendo che «è mia intenzione rigare dritto costruirmi un altro futuro».


LA SCELTA
Che non si sia trattato di una messa in scena è stato sottolineato anche dal suo legale, l’avvocato Mario Mazzoccoli: «I procedimenti giudiziari sono anche un’occasione di riflessione - afferma il legale - Rendersi conto che in tribunale non si scherza e che si può rischiare di andare incontro a una condanna porta a una presa di coscienza capace di modificare non solo i comportamenti ma anche le prospettive future. Il mio assistito è dispiaciuto, lo ha detto ai giudici, e si è assunto le proprie responsabilità perché convinto del percorso che ha intrapreso». Per la sentenza si dovrà attendere il prossimo 7 luglio, ma una prima vittoria Allae Dhaih sembra davvero averla già portata a casa.


L’EPISODIO
Il 21enne è chiamato a rispondere dei reati di rapina, lesioni personali e ricettazione dopo aver seminato, secondo la Procura, il terrore dentro e fuori dalla Casa di caccia di Monastier. Dhaih faceva parte del branco, e in quel contesto fu l’unico a essere identificato e arrestato. Era quasi l’alba di domenica 3 ottobre quando il 112 ha ricevuto la richiesta di aiuto di due ragazzi di 18 e 17 anni: erano appena stati pestati e rapinati. Alle 5 le due pattuglie del Norm di Treviso li hanno trovati sanguinanti e sotto choc. Ai militari hanno raccontato di essere stati avvicinati da un gruppo di ragazzi all’uscita della discoteca. A guidare il branco sarebbe stato proprio il 21enne. E nell’occasione spuntò anche un coltello con una lama di 20 centimetri, puntato contro la pancia del 18enne. Al 17enne invece venne sferrato un calcio in faccia. I due aggrediti hanno dato loro i portafogli e poi hanno chiamato il 112. Le pattuglie sono arrivate in pochi minuti ed è stato un fuggi fuggi generale: il gruppo si è disperso mentre il 21enne ha cercato un nascondiglio. Con addosso una felpa nera rubata poco prima si era nascosto dietro una siepe di via Roma, a pochi passi dal locale. Scoperto dai militari, nel borsello aveva i soldi dei due ragazzi, ma anche un cellulare preso a una 18enne, un orecchino strappato poco prima dal lobo di un 15enne, un orologio in acciaio, una catenina e un anello in metallo.
 

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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