TREVISO - Chiuso per bulli.
IL SUMMIT
Proprio ieri il sindaco Mario Conte ha convocato ieri il direttore del supermercato per chiarire la questione dei clienti costretti a pagare la spesa ai balordi. Il direttore ha riferito di un solo caso accertato, il cui autore - un ragazzo straniero - è già stato denunciato all’autorità giudiziaria. Intanto Conte chiede al prefetto di convocare un comitato di ordine e sicurezza pubblica per discutere il problema. In via Toniolo, laterale di piazza Borsa, si respira lo stesso clima di esasperazione mista a rabbia.
IN BALIA DEI BULLI
«Il sabato pomeriggio sarebbe uno dei giorni in cui si lavora di più invece le famiglie fanno marcia indietro quando vedono i bulli - dice Giorgia Marcuzzo, titolare della pasticceria Dolce ritrovo -. La viviamo malissimo, sia per gli affari che per la paura che prima o poi possa succedere qualcosa di grave: ti sfidano, ti prendono in giro». Sabato pomeriggio un suo amico ha temuto di essere pestato dal branco. «Un ragazzo aveva rotto una bottiglia, il mio amico gli ha detto di raccogliere i cocci - racconta la negoziante -. Il bullo per tutta risposta gli si è avvicinato spalleggiato da un gruppo di amici, a cui ha detto: “Prendete il telefono che lo pestiamo”. Abbiamo chiamato la polizia locale e a quel punto la banda è scappata. Siamo stanchi, è inaccettabile». A giugno dell’anno scorso un ragazzetto si era appeso a mo’ di ginnasta a un tubo del gas della palazzina, rompendolo e causando un’ingente perdita di gas. Appartamenti, negozi e l’intera Camera di commercio erano stati evacuati. Tutto per una bravata. C’è chi ormai ci ha fatto il callo: Daniele Bressan titolare del negozio Buffetti parla di un degrado ormai all’ordine del giorno. D’altronde la scalinata che costeggia la fontana è da sempre un punto di ritrovo per teste calde e sbandati. «Sporcano, fanno danni, urinano sulla bocchetta di ventilazione. I loro bisogni finiscono nel magazzino e noi ci troviamo sempre a dover pulire». Le telecamere vengono prese a bastonate, così da non essere ripresi e i rimproveri sono boomerang: «Nonno, non rompere i c...». Nel negozio di strumenti “La Musicale” Adriano Pellizzari e il figlio Andrea sono preoccupati dalle baby gang: «E se ci spaccano le vetrine? Non si sa mai. Nel fine settimana, quando usciamo dal negozio, ci guardiamo le spalle». Chi entra invece nell’ufficio turistico di piazza Borsa viene accolto dalle gigantografie degli scorci più suggestivi di Treviso. Ma sulla gradinata, di sabato, le “cartoline” sono di tutt’altro tenore: sporcizia, bivacchi, ragazzini che schiamazzano, si spintonano fino a venire alle mani. «È un brutto biglietto da visita per la città - dice Alexandra, addetta al front office -. Molti turisti sono sorpresi e intimoriti». «Servono più controlli - taglia corto Roberto titolare del “G&B bar”di via Roma, che ogni sabato vede passare frotte di ragazzini -. Le risse si sono spostate in centro, qui la situazione è migliorata».
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