Un fortissimo boato, vetri che tremano, schegge che volano da tutte le parti, una fiammata improvvisa.
I RESTI
Gli agenti, scesi dalle auto con tutte le precauzioni, si sono trovati davanti uno spettacolo sconcertante per Treviso, di certo non abituata ad aventi di questo genere. Gli effetti dell’esplosione erano evidenti: il muro della banca annerito ma, soprattutto, la vetrata anti sfondamento del Pam molto danneggiata. Per terra anche tracce dell’esplosivo. Pare che siano stati trovati dei pezzi interi che potranno essere utili per le indagini: «Di certo non si è trattato di petardi», è stata la prima osservazione. Poi sul posto sono giunti gli specialisti della scientifica e dei vigili del fuoco.
IL TIMORE
Nel frattempo tutta la zona, a partire da piazza Borsa fino all’ingresso dei giardinetti di Sant’Andrea è stata isolata. La paura era che, in giro, potessero esserci altri ordigni pronti ad esplodere. Sono stati momenti di grande tensione: il timore di avere a che fare con trappole esplosive è stato grande. L’intera area è quindi stata passata al setaccio, facendo particolare attenzione a pacchetti e involucri strani o di dubbia provenienza. Ma non è stato trovato niente. Il sottoportico del Pam è stato totalmente chiuso. Gli agenti della scientifica hanno evidenziato ogni singola scheggia disseminata sul selciato. Ogni angolo è stato illuminato a giorno con potenti fasci di luce sia per evitare brutte sorprese, sia per riuscire a individuare ogni dettaglio utile. Gli investigatori giunti sul posto hanno, per prima cosa, preso possesso delle immagini registrate dalle telecamere della videosorveglianza, l’ultima è stata messa di recente dalla polizia locale proprio nei pressi del punto dove probabilmente è stata posizione la rudimentale bomba. Tanti gli interrogativi a cui dare risposta: da capire il tipo di esplosivo utilizzato e, non secondario, l’innesco. E poi la motivazione di un simile gesto. Di certo a Treviso l’allarme sicurezza è sempre più forte.