Treviso. Esce con il figlioletto in passeggino e blocca uno scippatore: «In Siberia sarebbe ridotto a pane e acqua»

Martedì 11 Luglio 2023 di Valeria Lipparini
Faiz Khazimardanov, il cittadino russo che ha bloccato uno scippatore a Sant'Antonino

TREVISO - Ladri che rubano indisturbati. Fregandosene dei sistemi di sicurezza e delle telecamere. Agiscono a volto scoperto. Arraffano, scappano. E poi ritornano e, qualche giorno dopo, rubano di nuovo. Succede nei pubblici esercizi di Treviso. Ma anche nelle case. Ed è solo la punta di un iceberg. Lo sanno bene le forze dell’ordine che lottano, in strada, per arginare la microcriminalità e i reati predatori. Eppure, non dappertutto è così. «Se uno ruba in Russia va in prigione. Le regole lì sono più dure. E in Siberia i ladri stanno a pane e acqua» lo dice Faiz Khazimardanov che ha bloccato lo scippatore di Sant’Antonino mentre portava a passeggio il figlioletto in passeggino.

Lui aspetta la cittadinanza da 4 anni. Ma quando si è trattato di fare il suo dovere di buon cittadino non si è tirato indietro. 

LO SVILIMENTO

«Lo svilimento di chi fa attività di polizia è al massimo storico. La legge Cartabia ha dato il colpo di grazia. Il derubato è demotivato, deve presentare denuncia-querela, ma non lo fa. E così il ladro è come se non avesse mai commesso il furto. Questo vale anche per le truffe online. Vengono da noi e ci chiedono “Mi conviene denunciare?”. E già in quella frase senti tutta la mancanza di fiducia nei confronti della legge» commenta così Maurizio Casagrande, segretario provinciale del Sap, una situazione che è diventata paradossale. Un ladro seriale che minaccia il derubato per aver mostrato i fotogrammi delle telecamere che lo riprendevano all’opera, con le mani nel registratore di cassa. «Era prevedibile, la desistenza dei cittadini a fare denuncia porta a una sorta di impunità. E anche quando c’è la denuncia-querela, i problemi sono le carceri piene, la mancanza di organico, la difficoltà della pena certa. Tutti ostacoli nel cammino della giustizia con la “G” maiuscola. Noi facciamo il nostro dovere, li prendiamo. Ma non scontano la pena. È una lotta impari».

I NUMERI

Ivan Da Ros, segretario del Siulp, rincara: «Riteniamo che le misure sul piano giudiziario siano insufficienti. Abbiamo già sottolineato che è assolutamente necessario aumentare gli organici di polizia e abbiamo più volte rimarcato che la riforma Cartabia è inadeguata. Cosa vuole che dica di più? La presenza della polizia è l’unica cura per prevenire la commissione dei reati. Se penso che l’attuale organico a livello nazionale è di 100mila unità e nei prossimi anni perdiamo 40mila. Con questi numeri dove andiamo? Cosa possiamo fare? È un fatto preoccupante perchè l’attività di controllo e prevenzione del territorio può essere garantita soltanto se c’è personale sufficiente». Ladri strafottenti? Che minacciano di denunciare i derubati? «I fatti accaduti recentemente dimostrano chiaramente che c’è una palese libertà di delinquere. Con il passare degli anni abbiamo visto sempre più garantismo e meno certezze della pena. Anche se le statistiche divulgate annualmente asseriscono il continuo calo dei reati, i fatti che vediamo dimostrano l’opposto. Purtroppo, oltre al fatto che in molti non denunciano i reati che subiscono, oggi non possiamo arrestare le persone colte in flagranza di reato a causa di cavilli o altro. Se da una parte c’è la cronica carenza di personale nelle forze dell’ordine, dall’altra ci sono normative sempre più garantiste o limitative per l’attività delle forze dell’ordine» asserisce Bernardino Cordone, segretario del Coisp. E Casagrande conclude: «I post sui social e i commenti agli articoli di giornale online sono tutti dello stesso tenore. Il cittadino evidenzia un clima generalizzato di impunità e lassismo. Noi chiediamo, invece, la certezza della pena. Se un ladro deve scontare sei mesi, che paghi il suo conto con la giustizia, magari anche attraverso lavori socialmente utili. Strade con erba alta, vicoli sporchi, immondizie? Sono tanti i lavori che possono essere richiesti al posto di una pena in carcere. Ma ci deve essere la volontà».

Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 10:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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