Dalle cantine al teatro: «Noi imprenditori che sosteniamo bellezza e cultura»

Domenica 21 Novembre 2021 di Elena Filini
PRODUTTORI Enrico Martellozzo della Bellussi Spumanti con tutta la famiglia a teatro

TREVISO - Se le bollicine alimentano la massima espressione della bellezza made in Italy significa che una generazione matura di imprenditori sta iniziando a comprendere che oltre il profitto esiste un senso di responsabilità sociale. Lo sport sarà sempre una voce di finanziamento per i valori e i consensi che muove, ma destinare profitti in cultura performativa è un seme importante verso la società presente e futura. Per questo anche nel mondo del Prosecco si sta sviluppando un interessante dibattito, puntellato da alcuni importanti gesti concreti. Ecco alcuni esempi di chi nella Docg, nella Doc e nell’Asolo Docg sta muovendo passi decisi nel mondo dell’economia della bellezza. Ieri il sipario della Fenice si è aperto su Fidelio, inaugurazione di stagione e prima opera a capienza 100% dopo due anni. «Non potevamo immaginare un debutto migliore.

Credo che l’economia della bellezza sia un valore concreto di cui il Veneto potrebbe essere maggiormente protagonista».

L’INVESTIMENTO

Enrico Martellozzo è titolare di Bellussi Spumanti. Da sempre ha scelto di investire in cultura. Prima al Concorso Toti dal Monte di Treviso, poi alla Mostra del Cinema. L’ultimo atto è la firma di una partnership triennale con il Teatro La Fenice. «Oggi più che mai il teatro ha necessità di imprenditori del territorio. Le istituzioni pubbliche tendono a limitare i fondi, il privato si muove poco. Le grandi aziende straniere investono a Venezia, ma si parla sempre di volume e numeri, mai di valori. C’è molto spazio per aziende medio piccole che vogliono dare qualità al territorio». Nel Trevigiano ci sono altri esempi di supporto alla cultura, ma in generale il tessuto di aziende medio-piccole si muove ancora con timidezza rispetto alle grandi istituzioni. «Abbiamo avuto la fortuna di enormi guadagni, ma un tessuto sociale di qualità ha bisogno della cultura e di quelle strutture che garantiscono livello e professionismo. Credo si debba sviluppare la sensibilità verso questo tema, i nostri figli devono respirare amore e mecenatismo verso la bellezza, sennò lasceremo in eredità una società avida». Martellozzo punta in particolare sul comparto delle arti performative. «La pandemia ha assestato un duro colpo ai teatri. Sta al tessuto imprenditoriale mettere in atto scelte di responsabilità».

LE COLLABORAZIONI

Nel 2020 anche il prosecco di pianura ha volto lo sguardo verso il teatro. Il Consorzio del Prosecco Doc ha firmato una collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto (l’associazione di produzione teatrale che unisce il Mario del Monaco di Treviso, il Verdi di Padova e il Goldoni di Venezia) per un finanziamento all’attività di prosa danza e musica. E non è solo un supporto monetario. La Doc ha scelto di eleggere il Mario Del Monaco di Treviso a palcoscenico di eventi importanti e di creare una scenografia che ha fatto da fondale a “La vedova Allegra” di Franz Lehar. Ad Asolo, infine, economia della bellezza significa legare il prestigio del borgo dei Centorizzonti a forme di recupero del territorio. Montelvini ha sostenuto il Fai e i suoi progetti di valorizzazione dei luoghi e ad Asolo ha avviato il recupero di un vigneto antico nel centro storico che presto diventerà museo en plein air. «Il vigneto ritrovato - spiega Alberto Serena, Ceo di Montelvini - si trova a ridosso delle mura, di fronte a villa Contarini degli Armeni e al celebre giardino all’italiana di Villa De Mattia. L’intera filosofia del progetto è guidata dal desiderio di recuperare questa antica vigna con grande attenzione all’ambiente, con uno sguardo moderno che valorizzi il passato, rispettando il delicato equilibrio tra azioni umane e natura». 

Ultimo aggiornamento: 18:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci