Annegata nel mare della Croazia: «L'ho vista immobile e mi sono buttato in acqua: è stato inutile»

Mercoledì 19 Agosto 2020
Grazia Antonio Zanco

CONEGLIANO - Potrebbe essere stato un ictus o un'embolia a stroncare Grazia Antonia Zanco, 65 anni, l'insegnante coneglianese annegataannegata. Sarà l'autopsia, disposta dalle autorità croate, a stabilire con esattezza la causa della morte della donna, partita per la vacanza venerdì scorso insieme al compagno Roberto. È stato lui a riferire al fratello di Grazia, Valter, quanto accaduto. 

COSA È SUCCESSO
«Mi ha detto che stavano facendo snorkeling non lontano dalla riva - racconta Valter Zanco, fratello maggiore di Grazia - Ad un certo punto lui le ha detto che era stanco e che sarebbe andato a riva. Lei è rimasta in acqua. Dopo una ventina di minuti, lui ha visto che era ferma e ha capito che qualcosa non andava. Si è tuffato in acqua e l'ha trascinata a riva, priva di sensi». Sono arrivati i soccorsi che hanno tentato di rianimarla, ma non c'è stato nulla da fare. Grazia Antonia era originaria di Colfosco, dove vivono ancora la mamma Edi Giovanna Trentin, 95 anni, e il fratello Valter. «Lei e la mamma sono nate lo stesso giorno dello stesso mese a distanza di trent'anni - dice Valter - Entrambe il 7 gennaio».
Mamma Edi ha cresciuto tre figli praticamente da sola, è infatti rimasta vedova molto presto, quando Grazia aveva solo sette anni. Oltre ai due c'era un altro fratello, Gino, morto 22 anni fa. Una famiglia conosciuta in paese, che aveva aperto la trattoria L'Alpino e poi un negozio di alimentari. Grazia viveva da sola da molti anni a Conegliano, in via Gera. Insegnava diritto ed economia all'istituto Marco Fanno. Le mancava un soffio alla pensione: dirigenza e colleghi avrebbero festeggiato il suo congedo l'1 settembre. Grazia amava il mare, la barca a vela in particolare, aveva il patentino da skipper. E le piaceva giocare a golf. Faceva parte del gruppo Amici di Dante di Conegliano, lo frequentava da un paio di anni. «Una presenza costante alle conferenze e alle altre iniziative dell'associazione, nella quale si faceva notare per l'amore alla cultura, la riservatezza del carattere e la finezza dei modi», la ricorda il gruppo.

IL RICORDO
Colleghi e amici la descrivono come una donna distinta e riservata. Al campanello della sua residenza c'è scritto Studio Legale D. Alessio-Zanco-Nocera, ma pare non esercitasse la professione. Era diventata avvocato nel 2012 a 57 anni di età. Aveva tre lauree, l'ultima in criminologia. «In quel condominio ho il mio studio  -riferisce l'avvocato Pierantonio Fadel - Ci conoscevamo pertanto da molti anni. Ci incontravamo alle riunioni di condominio a cui partecipava regolarmente. Diceva sempre la sua, ma in modo costruttivo, facendo delle osservazioni mai sopra le righe. Impossibile non avere un buon rapporto con lei. Me ne dispiace perché non meritava una fine così». Al bar Al Cavallino la ricordano così: «La ricordiamo bene, perché non poteva passare inosservata.

Veniva da noi, anche se ultimamente più di rado, in modo veloce, senza intrattenersi a discutere con gli altri. Aveva modi signorili e educati». Ora la famiglia attende il nulla osta del magistrato per la cerimonia funebre. «La sua volontà era di essere cremata dice Valter e così sarà. Faremo la cremazione in Croazia e poi la riporteremo a casa».

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 17:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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