«Il motore è morto, non avevo scelta»: aereo rovesciato sul Piave, ecco cosa ha detto il pilota "fantasma"

Lunedì 19 Aprile 2021 di Serena De Salvador
«Il motore è morto, non avevo scelta»: aereo rovesciato sul Piave, ecco cosa ha detto il pilota
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FALZÈ DI PIAVE (TREVISO) - «È stata una manovra standard e l'ho eseguita seguendo i protocolli. Quando il motore è andato in blocco l'unica soluzione era atterrare, anche se sul greto del Piave». Era stupito per la risonanza avuta dall'atterraggio di fortuna sul Piave il 66enne Francesco Moretti, autore della manovra che ieri ha calamitato decine di soccorritori e forze dell'ordine su quello che sembrava essere il luogo di un disastro aereo.

Era invece un falso allarme, dal momento che il pilota trevigiano e il passeggero 25enne sono usciti perfettamente incolumi dalla cabina di pilotaggio e ieri speravano di poter recuperare in sicurezza la carcassa dell'ultraleggero.


IL RACCONTO
Per tutta la giornata l'uomo è rimasto tra il greto del Piave e il campo di volo Baracca di Nervesa, seguendo passo passo le operazioni di recupero. Con lui il fratello, anch'egli pilota di grande esperienza. «Può sembrare una manovra mirabolante a un occhio non esperto ha spiegato, in realtà non è assolutamente nulla di eccezionale. Si è trattato di un atterraggio di emergenza da manuale, una cosa che può capitare con questa tipologia di velivoli e che viene messa a punto centinaia di volte durante il percorso di formazione. A Nervesa c'è stato un atterraggio breve, un fuori programma. Poi, subito dopo il decollo, il motore avuto una piantata e l'unica cosa da fare era scendere nel modo più sicuro possibile. Quando il velivolo era ormai praticamente fermo ha urtato un tronco che ha rotto un ruotino e lo ha fatto capovolgere. Se così non fosse stato, nulla sarebbe accaduto». Il fondo accidentato del greto ha giocato un brutto scherzo al pilota, rovinando il velivolo e costringendo il 66enne a lasciarlo lì per la notte. «Era ormai sera, saremmo andati tranquillamente a recuperarlo la mattina seguente (ieri, ndr) prosegue. Purtroppo chi ha lanciato l'allarme era sull'altra riva e non ha potuto leggere il biglietto lasciato nella fusoliera in cui si spiegava esattamente l'accaduto. Dispiace per il grande dispiegamento di soccorritori e forze dell'ordine che sono dovuti intervenire. Ripensandoci avrei avvertito i carabinieri subito».


L'ALLERTA
A dare l'allarme è stato un passante che da Falzè ha notato la carcassa sulla riva dal lato di Santa Croce e che ha chiamato il gestore del campo di volo Baracca di Nervesa, distante appena qualche centinaio di metri. «Ho saputo dell'accaduto solo ieri mattina quando mi ha telefonato un conoscente chiedendomi se fosse successo qualche incidente con i nostri velivoli spiega Giancarlo Zanardo. A quel punto sono state allertate le forze dell'ordine. In seguito ho saputo che il pilota aveva anche effettuato un atterraggio sulla nostra pista (era partito da Montebelluna, ndr): non ne avevo idea perché il sabato non ci erano state chieste autorizzazioni. Se avessi saputo che aveva bisogno di assistenza saremmo stati a disposizione». Le operazioni di recupero sono andate avanti fino a metà pomeriggio, quando lo Storch è stato issato con l'elicottero dei pompieri e trasferito al Baracca.

 

Ultimo aggiornamento: 09:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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