Zoe Pia, dalla Sardegna a Rovigo per amore della musica: «Trasmetto la mia passione ai giovani»

Martedì 24 Agosto 2021 di Nicola Astolfi
La musicista Zoe Pia

ROVIGO - Se c'è un luogo dove stare, comporre, cercare risposte e potersi esprimere, Zoe Pia l'ha trovato nel jazz.

Un luogo che fisicamente è diventato Rovigo, quando Marco Tamburini la stimolò a intraprendere gli studi del jazz, mentre in città era già arrivata seguendo il trasferimento dalla Sardegna al Conservatorio Venezze del suo allora insegnante Alessandro Travaglini. Al Venezze la giovane clarinettista e compositrice ha poi sviluppato il progetto musicale (registrato nell'album Shardana) che nel 2017 l'ha portata al terzo posto del referendum Top Jazz per il Nuovo talento italiano 2016, una delle 11 categorie che la più autorevole rivista italiana del settore aggiorna annualmente per stabilire il meglio del meglio. Zoe Pia ha già alle spalle una lunga attività che si si spinge anche alla musica da camera e contemporanea. E ha collaborato, tra gli altri, con Alvin Curran, Furio Di Castri, Paolo Fresu, Luca Mannutza, Marco Tamburini, Bruno Tommaso, Tino Tracanna e Ryan Truesdell.

Negli studi classici a Cagliari e poi di specializzazione e jazz a Rovigo, quali sono stati gli insegnamenti più importanti? «Gli insegnamenti sono stati diversi, ma la cosa più significativa - risponde Zoe Pia - è stata la grande passione: un entusiasmo per la musica già nato in famiglia, con mio padre e i suoi fratelli, con la banda del mio paese Mogoro e successivamente nei corsi di studio nei conservatori, da Alessandro Travaglini come docente di clarinetto classico a Luca Paccagnella come docente di musica da camera, Marco Tamburini e tutti gli altri docenti per quanto riguarda il jazz, Nicola Evangelisti per la composizione, e Andrea Massimo Grassi per il corso di imprenditoria musicale all'Accademia della Scala». 
Nel comporre musica si fa guidare più dalle esperienze o dalla curiosità? «È un mix: dipende da ciò che ho bisogno di comunicare e trasmettere, non c'è una regola». 

MUSICA E SOCIETÀ

La musica sarda è al centro del suo progetto Shardana: l'etnomusicologia è solo una di varie strade, o può essere il percorso più utile per far incontrare realtà diverse e stimolare nuove espressioni? «La musica popolare e le caratteristiche culturali che racconta permettono di scoprire mondi sorprendenti. La creatività e la composizione possono percorrere questa strada perfettamente, come hanno sempre insegnato i grandi compositori. Ritengo sia comunque una di tante possibili strade: sicuramente quella che porta con sé grandi valori, primo tra tutti l'importanza della diversità e del rispetto reciproco tra i popoli e quindi tra gli individui, valori che sono evidenziati dal jazz». «Possono sembrare tematiche appartenenti al passato - precisa Zoe Pia - invece ci si trova spesso in cronaca a leggere atti di razzismo, bullismo, persecuzioni. Musica e arte dovrebbero essere valorizzate e occupare più spazio, soprattutto nelle scuole: la società sarebbe sicuramente più sensibile e funzionale, ma soprattutto darebbe un altro significato alla bellezza e alla vita stessa».

SOGNI E PROGETTI

All'orizzonte ha nuovi sogni musicali? «I sogni non mancano. Oltre a riprendere i concerti con il progetto Shardana, continua il lavoro per il Pedras et Sonus Jazz Festival: l'ho ideato da quattro anni in Sardegna insieme a Roberto De Nittis e Alessandro Loi, e ha interessato sinora il territorio dell'Unione dei Comuni Parte Montis, nella provincia di Oristano, tra palcoscenici naturali, siti archeologici e poli museali. Spesso hanno collaborato professionisti di vari settori artistici di Rovigo, come il regista e film-maker Alberto Gambato, che ha curato sia il cortometraggio dell'edizione del 2020, dal titolo Identidade Ninnìa, sia le riprese per il documentario sull'edizione di quest'anno».
Quale sarà il seguito di Shardana? «Per quanto riguarda l'aspetto discografico, avrei una miriade di progetti da sviluppare: sto iniziando a riflettere e a muovere i primi passi per scegliere la prossima via da percorrere. Nel frattempo insegno clarinetto negli istituti comprensivi della provincia. Oltre a trasmettere ai ragazzi la mia passione, cerco di far loro conoscere uno dei possibili antenati dello strumento, is launeddas, della mia amata isola». 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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