Porto Tolle. Vongole, la produzione è crollata ai minimi storici: prezzi impressionanti

Domenica 17 Dicembre 2023 di Anna Nani
Pesca delle vongole

PORTO TOLLE (ROVIGO) - Continua lo stato di agitazione del comparto ittico del Delta. Lo conferma Luigino Marchesini, presidente del Consorzio pescatori del Polesine, dopo la nuova riunione del Comitato tecnico interregionale sull'emergenza granchio blu che si è tenuta proprio a Scardovari l'altro giorno.

Questo tavolo è nato proprio per unire le sponde venete ed emiliano romagnole in quella lotta comune che è diventata la battaglia contro questo crostaceo che dall'estate ha divorato tutte le riserve lasciano i pescatori a secco. Del Comitato tecnico fanno parte i Consorzi rodigino e ferrarese oltre alle amministrazioni comunali delle aree coinvolte, nonché le associazioni di categoria: uniti nel cercare soluzioni e far sentire la voce di un settore che in tanti anni non aveva mai conosciuto una crisi del genere.

ALLEANZA TRA OPERATORI

«Nelle nostre zone c'è un'urgenza che ormai va oltre l'urgenza stessa, tanto è grave - dichiara Marchesini -. Ci siamo incontrati ancora una volta con i colleghi e le varie parti interessate, ci siamo confrontati e abbiamo deciso di proseguire nel nostro stato di agitazione finché sarà necessario. Nel frattempo stiamo valutando quali azioni mettere in campo, non escludiamo niente perché non lasceremo nulla di intentato per salvaguardare i nostri pescatori». Mentre c'è chi continua a proporre ricette a base di granchio blu, le vongole sono ormai introvabili e raggiungono prezzi impressionanti, ma a guadagnare questo Natale non saranno i pescatori deltini che si troveranno a fare i conti con lagune praticamente deserte. Quindi è evidente che le vongole che finiranno nel piatto degli italiani non saranno quelle del Delta. «La situazione è tragica - sottolinea il presidente -. Vengono raccolti 10 quintali al giorno di vongole, a fronte di richieste delle aziende di almeno 160 quintali giornalieri. Basti pensare che l'anno scorso siamo arrivati a 800-1000 quintali. È chiaro che la situazione che stiamo vivendo è insostenibile e abbiamo bisogno di risposte per fare in modo che il nostro settore sopravviva».

PRODUZIONE CROLLATA

Calcolatrice alla mano, facendo un rapido calcolo dividendo la produzione attuale per i 1.500 pescatori, risulta che ogni operatore può contare su poco più di 6 etti di prodotto. Un raccolto irrisorio che non solo non copre le spese gestionali, ma che non permetterà ai vongolari di avere un'entrata economica dignitosa questo Natale. Non va meglio al comparto ittico della pesca in mare secondo l'Alleanza delle cooperative che in una nota scrive: «Per quanto riguarda la pesca tutto quanto si poteva fare è stato fatto, ma la Commissione europea continua a imporre ulteriori pesanti sacrifici anche per il 2024. Peraltro tutto ciò senza rispettare il quadro normativo predisposto proprio da Bruxelles: basti pensare che nei 5 anni compresi fra il 2020 e il 2024 (quest'ultimo oggetto di un lungo negoziato in occasione del Consiglio Agrifish del 10 e 11 dicembre scorso e che ha visto l'Italia ancora una volta in disaccordo con la Commissione Ue e la presidenza di turno spagnola) nel Mediterraneo occidentale (da Imperia a Trapani, Sardegna inclusa) lo sforzo di pesca si ridurrà di oltre il 40% violando il tetto previsto dallo stesso Reg. 2019/1022. Ora tocca a tutti gli altri attori che operano in mare fare la propria parte. Sappiamo quanto sia importante affrontare la questione del depauperamento degli stock con un approccio ecosistemico. Depauperamento e non sovra sfruttamento perché le parole hanno un significato. È ora dunque di cambiare marcia e anche Commissario». 

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