ROVIGO - Una pistola spianata in classe. Una pistola ad aria compressa, ma pur sempre una pistola. Usata per sparare due colpi all'indirizzo di una professoressa, raggiunta dai pallini di gomma alla testa ed al volto.
I PROVVEDIMENTI
Dopo un primo incontro con i genitori, dopo due consigli di classe straordinari e dopo la segnalazione alla Questura, i tre principali protagonisti, ovvero il ragazzo che ha sparato i due colpi, il compagno che ha ripreso tutto ed il proprietario della pistola (che l'ha messa a disposizione dell'amico), sono scattate le sospensioni. Di cinque giorni per i primi due, di due giorni per il terzo. Al momento non risulterebbe essere stata formalizzata alcuna denuncia da parte della professoressa, 61enne, che, come ogni docente nello svolgimento delle proprie funzioni è un pubblico ufficiale. «Sta valutando, so che si è rivolta anche al proprio sindacato sottolinea la preside dell'Istituto Viola-Marchesini Isabella Sgarbi Fortunatamente non ha riportato lesioni significative, ma è umanamente molto provata. Oltre che dal punto di vista disciplinare, procederemo anche dal punto di vista formativo, perché come educatori, il nostro primo compito è far sì che venga compreso il disvalore di un simile atto. Perché sostanzialmente non sembra esserci stata alcuna percezione, è stato preso tutto come un gioco». La preside ha subito attivato la psicologa d'istituto. «Questo fatto aggiunge ci deve spingere ad una riflessione sull'intero sistema educativo, che coinvolge la scuola, le famiglie, i social e la società nel suo complesso. Sembra essere completamente saltata la dinamica di formazione valoriale e la percezione del limite fra lecito ed illecito, fra bene e male, oltre alla mancata comprensione delle dinamiche della rete. Perché questo video, anche se non è stato pubblicato su nessun social, è stato comunque girato via Whatsapp ed è stato condiviso a cascata diventando virale».
LE REAZIONI
Il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo rivolge la «massima solidarietà all'insegnante oggetto di questo atto inconsulto e inqualificabile. Quando siamo di fronte a situazioni come queste in cui ragazzini di 14-15 anni arrivano a fare gesti di questo genere le persone che si devono interrogare sono soprattutto gli adulti. Il fatto che quotidianamente adulti si lascino andare a commenti estremamente aggressivi e offensivi sui social, nella quasi totale indifferenza, rende evidente che siamo cattivi maestri: bisogna partire dalla necessità di abbassare i toni, consapevoli che l'esempio che diamo ai nostri ragazzi è il primo punto da cui dobbiamo partire per invertire una rotta ed insegnare il rispetto». Vicenda che diventa anche tema di dibattito politico, con Matteo Salvini che commenta su Twitter: «Mi sembra che si stia perdendo il controllo della situazione: oltre al merito, è fondamentale reintrodurre anche il rispetto nelle nostre scuole».
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