C'è il biometano nel futuro di Boara: progetto per l'ex sito della Nuova Amit

Sabato 13 Luglio 2019 di Francesco Campi
L'ingresso dell'ex Nuova Amit di via Curtatone
ROVIGO -  Un impianto per produrre biometano sulle ceneri della Nuova Amit. L’impianto di via Curtatone a Boara Polesine, autorizzato al trattamento di fanghi da impianti di depurazione civili e agroalimentari per lo spandimento in agricoltura ed a quello delle frazioni organiche dei rifiuti, selezionate per la produzione di compost, il 3 luglio di un anno fa è stato rilevato dal colosso delle rinnovabili Fri-El Green Power.  
VALUTAZIONE AMBIENTALE
Il 21 dicembre è stata presentata la domanda di verifica di assoggettabilità a Valutazione impatto ambientale, la “Via”, di un “Progetto di miglioramento tecnologico mediante implementazione di un impianto di biometano prodotto da biogas da digestione anaerobica della Forsu”. Forsu è l’acronimo tecnico per Frazione organica del rifiuto solido urbano, che altri non è che il materiale raccolto dalla raccolta differenziata dell’organico. Ovvero, il cosiddetto “umido”.
L’IMPIANTO
Allo stato attuale l’impianto si articola in due sezioni: un impianto di condizionamento e stabilizzazione fanghi per una potenzialità di 10mila tonnellate l’anno di fanghi e 3mila tonnellate l’anno di materiale lignocellulosico; un secondo impianto di compostaggio che raccoglie Forsu, fanghi e materiale lignocellulosico, per una potenzialità di 40mila tonnellate l’anno.
DOPPIO IMPIANTO
Il primo impianto, quello per i fanghi, resta inalterato, mentre il progetto interessa solo il secondo impianto per il quale si prevede di trattare più del doppio di tonnellate l’anno: 98mila. Nel dettaglio, 70mila di Forsu e circa 28mila di verde. Nelle integrazioni al progetto presentate ad aprile si spiega che il volume sarà di 72mila tonnellate di Forsu l’anno: «Circa 50mila pre-trattati con la linea aprisacchi/vagliatura; circa 20mila pre-trattati con la biopressa; 2mila derivanti dalla linea di pre-trattamento (biopressa) proveniente dall’impianto di biogas da Forsu di Fri-El nel Comune di San Benedetto Po». Proprio la centrale “gemella” del territorio mantovano è indicata come punto di scambio doppio rispetto all’impianto di Boara, il cui digestore avrà una capacità di trattamento di 43mila tonnellate l’anno di Forsu pretrattata. Nel complesso, si legge ancora nelle descrizioni progettuali: «43mila tonnellate l’anno di Forsu saranno soggette a trattamento anaerobico + trattamento aerobico di compostaggio; 29mila a trattamento aerobico di compostaggio, di cui una parte, circa 10mila, potrà essere inviata in forma semiliquida in altro impianto di trattamento Forsu con produzione di biogas Fri-El presso il Comune di San Benedetto Po».
NODO VIABILITÀ
Il biogas prodotto, invece, verrà direttamente inserito nella rete del gas. Il comitato provinciale per la valutazione di impatto ambientale, riunitosi il 10 giugno scorso, non ha avuto dubbi sul fatto che un simile progetto dovesse essere assoggettato alla procedura di Via. Oltre al punto relativo ai rifiuti in sé ed al quadro generale a livello provinciale, un altro elemento, fra i tanti, che si ritiene opportuno analizzare più attentamente, è quello che riguarda la viabilità, perché, si spiega, l’incremento di 30mila tonnellate annue di rifiuti trattati, comporta anche un incremento di traffico, che la ditta ha quantificato in circa 15 mezzi al giorno, da circa 3,2 mezzi all’ora nello stato attuale autorizzato (andata-ritorno) a 6,3 l’ora nello stato futuro, in particolare sulla già sofferente via dei Mille a Mardimago e via Aspromonte.
VIA DEI MILLE
Fra le misure ipotizzate, vi sono l’eventuale riasfaltatura di Via dei Mille da via Aspromonte all’incrocio con la nuova bretella della Regionale 443, l’addolcimento del raggio di curvatura di via Aspromonte, la realizzazione in via dei Mille di una corsia preferenziale di svolta per via Aspromonte con eventuali semafori
Ultimo aggiornamento: 06:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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