Ritrovati quadri rubati 40 anni fa a San Bortolo. Erano nelle mani di collezionisti senza scrupoli

Giovedì 1 Giugno 2023 di Francesco Campi
Ritrovati quadri rubati 40 anni fa a San Bortolo

ROVIGO - Un furto e quasi quarant'anni di scambi e compravendite fra collezionisti senza scrupoli, ma finalmente metà dei 14 quadri rubati la notte tra il 3 e 4 agosto del 1983 all'interno della chiesa di San Bortolo, sono tornati a casa.

Sono il "San Giovanni Evangelista" e il "Ritratto di profeta" di Cesare Gennari, "Sant'Ambrogio", "San Benedetto, "San Gregorio Magno" e "Sant'Agostino" di Giovanni Battista Cromer, oltre a un "San Rocco" di autore ignoto.


IL RITORNO IN CHIESA
Tutti oli su tela risalenti alla seconda metà del 1600, che venerdì 9 giugno, in occasione della "Lunga notte delle chiese", una sorta di Notte bianca dei luoghi di culto, saranno presentati in tutta la loro bellezza ai rodigini dai due parroci don Andrea Varliero e don Andrea Varliero, che martedì sono andati a Torino per recuperarli al termine della conferenza stampa alla Facoltà Teologica torinese nel corso della quale il Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio culturale del capoluogo piemontese ha illustrato i dettagli dell'operazione chiamata "Pro ecclesia", che ha portato al recupero di 17 dipinti e 2 sculture: oltre ai sette quadri di Rovigo, anche le opere d'arte rubate nelle chiese di Longare, Casaleone, San Martino di Este, Bozzolo, Cazzago San Martino e Montagnana. Ma tutto parte da Rovigo.


LA GIOIA
«Dopo così tanto tempo, questo ritrovamento è davvero sorprendente. Il bello è che la scoperta dei quadri rubati a Rovigo ha permesso di recuperare tutte le altre opere d'arte»., commenta con entusiasmo don Andrea. Una storia quasi da film. Il furto di ladri d'arte. Poi il lungo oblio. Fino a quando nell'ottobre 2021 i militari torinesi, sul sito di una galleria d'arte online di Milano, notano le foto di quattro dei quadri di Cromer trafugati a San Bortolo. I carabinieri identificano il collezionista torinese che li aveva messi in vendita e ne perquisiscono l'abitazione, trovando il "San Giovanni Evangelista" di Gennari, ma anche la documentazione di altre opere trattate dal collezionista, come il "Ritratto di profeta", sequestrata a casa di un altro collezionista torinese che l'aveva acquistato a 900 euro, e altre opere vendute più volte sul mercato antiquario, che hanno circolato per anni senza che i successivi venditori e acquirenti, ingannati dalle false documentazioni, sapessero che erano rubati.

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