Polesine come i Tropici: i fiumi ribollono per il caldo e i pesci vengono a galla a cercare ossigeno

Domenica 27 Agosto 2023 di Francesco Campi
Pesci boccheggianti a filo d'acqua nel Canalbianco
ROVIGO - Caldo, caldissimo. Un’afa che ha fatto boccheggiare tutti. Un abbraccio asfissiante fortunatamente arrivato al capolinea, ma che negli ultimi giorni ha veramente tolto l’ossigeno. Compreso a chi, teoricamente, sguazzando nell’acqua, dovrebbe soffrire di meno, come i pesci. Invece, proprio le altissime temperature dell’ultimo periodo hanno avuto ricadute pesanti anche sulla fauna ittica che popola fiumi e canali polesani. Che, appunto, ha iniziato letteralmente a boccheggiare. In più di un tratto fluviale, lo stesso spettacolo macabro: pesci obliqui a pelo d’acqua, con la bocca di fuori, come in un silenzioso grido d’aiuto. Un fenomeno che si manifesta quando temperature eccezionalmente alte dell’acqua fanno crollare la quantità di ossigeno disciolto che i pesci respirano, la cui solubilità dipende dalla temperatura. E se le acque fredde sono tendenzialmente ben ossigenate, le acque calde, soprattutto con ridotta corrente, diventano via via più asfittiche, costringendo quindi i pesci a spingersi in superficie per recuperare l’ossigeno minimo vitale. Avviene soprattutto in periodi con temperature elevate per periodi prolungati, come, appunto, lo sono stati gli ultimi giorni che hanno fatto innalzare vertiginosamente la temperatura delle acque.

FENOMENO SENZA PRECEDENTI

Ma il fenomeno, solitamente più frequente verso le ore serali, si è manifestato in forma maggiore rispetto a quanto mai visto prima ed è stato segnalato in più casi e in più forme. In particolare, nel pomeriggio di venerdì, nel Canalbianco, tra il ponte di Fenil del Turco e il ponte di Sant’Apollinare, un gran numero di animali boccheggianti a pelo d’acqua, carpe e pesci gatto, ma non solo, è stato documentato con fotografie da Luciano Zanforlin, già presidente del Sindacato della Rotonda e fotografo master di Google: «I pesci - spiega - non riescono a respirare per l’eccessivo calore e la scarsa ossigenazione dell’acqua e vengono tutti a galla. Sono nato e cresciuto sul Canalbianco e non è la prima volta che vedo una cosa del genere, ma mai finora in forma così estesa: è un segnale preoccupante».

TEMPERATURE TROPICALI

Del resto, venerdì, la centralina Arpav a Sant’Apollinare, alle 15.30, ha registrato una temperatura di 37,7 gradi. Mercoledì, alle 15.15, a Castelnovo Bariano, la temperatura registrata è stata addirittura di 38,1 gradi. Alla stessa ora a Pettorazza erano 37,3 gradi, a Rosolina 34, a Porto Tolle 35.5, a Pila 32,3. Temperature che hanno superato anche i record di luglio, anche se fortunatamente non ci sono state, come il mese scorso, le cosiddette “notti tropicali”, ovvero con le minime superiori a 24 gradi.
Non a caso, secondo le rilevazione della Nasa, riportate in un’analisi Infodata Sole 24 Ore, la temperatura dello scorso luglio è stata di 0,43 gradi più alta di qualsiasi luglio precedente e di 1,18 gradi più alta della media delle temperature dei mesi di luglio dal 1951 al 1980. E i primi cinque luglio più caldi dal 1880 sono stati negli ultimi cinque anni. L’ondata di calore di questa seconda metà di agosto, come sottolinea l’Unità organizzativa di Meteorologia e Climatologia di Arpav, ha fatto schizzare le temperature «su valori ben superiori alle medie, specie considerando il periodo piuttosto avanzato, ormai verso la fine, della stagione estiva. I valori termici caratterizzanti questa massa d’aria anticiclonica sono elevati. Per quanto riguarda il Veneto raggiungono i 22-23 gradi in libera atmosfera a 1.500 metri. In pianura le stazioni Arpav hanno registrato valori fino a 36-37 gradi nella giornata di martedì 22, con valori più elevati sulle zone occidentali e sulla pianura settentrionale, e valori fino a 34-37 gradi nei capoluoghi di provincia. Notevoli anche i valori di temperatura percepita (indice Humidex), che ha raggiunto nei periodi più caldi della giornata i 43-45 gradi in molte zone».

ARRIVA LA BUFERA 

Tutto però è arrivato al termine: «L’irruzione da nordovest di correnti occidentali porterà aria ben più fresca anche a sud dell’arco alpino, con precipitazioni e calo generale delle temperature, sul Veneto e anche altrove. Le temperature caleranno progressivamente portandoci all’inizio della prossima settimana a valori addirittura lievemente inferiori alla media del periodo, con un abbassamento anche di 10-12 gradi nelle massime». La paura è che, come già accaduto al termine dell’ondata di calore di luglio, l’enorme sbalzo possa portare a fenomeni violenti, come le terribili grandinate del mese scorso.

 
Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci