Rapinatore sull'argine del Po: coltello in mano e via la borsa a due donne

Giovedì 17 Ottobre 2019 di Francesco Campi
Rapinatore sull'argine del Po: coltello in mano e via la borsa a due donne
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OCCHIOBELLO (ROVIGO) - È sbucato fuori all'improvviso con un coltello in mano e il volto parzialmente coperto, facendosi consegnare la borsa dalle donne scelte come vittima delle sue rapine sull'argine del Po. Due colpi messi a segno, nell'arco di tre giorni e a distanza di pochi chilometri l'uno dall'altro, che non mancano di sollevare sconcerto e apprensione per le modalità con cui sono state commesse e per il luogo dove sono avvenute: entrambe sulla strada che corre a fianco del fiume. La prima rapina, nel tratto arginale di Occhiobello, risale al tardo pomeriggio di mercoledì 9 ottobre, quando un uomo, verosimilmente straniero, travisato e armato di un coltello di piccole dimensioni, si è presentato di fronte a una donna facendosi consegnare la sua borsa e fuggendo poi via. La seconda, invece, risale al primo pomeriggio di sabato scorso e ha avuto come teatro l'area golenale che si trova fra Castelnovo Bariano e Castelmassa, poco distante dalla fornace. 
 
MODUS OPERANDILa rapina, con le identiche modalità della prima e con un'uguale descrizione fatta del soggetto che l'ha compiuta, che si sarebbe mosso in sella a una bicicletta, ha avuto come vittime due giovani donne massesi che avevano approfittato della giornata quasi primaverile di sabato per una corsa in una zona incantevole come quella che si apre in quel tratto di argine del Po, e che sono state alleggerite di cellulare e borsello. 
In entrambi i casi le vittime si sono poi rivolte ai carabinieri per denunciare quanto subito e i militari stanno indagando per risalire all'identità del rapinatore. Dagli elementi raccolti, ci sarebbero pochi dubbi sul fatto che entrambi gli episodi siano riconducibili a una stessa persona. Un elemento potrebbe complicare le indagini. Oltre a essere state analogamente compiute lungo l'argine, seppur ad una distanza di una trentina di chilometri, le due rapine hanno un altro elemento in comune: il punto di azione del malvivente è stato in tutte e due le rapine poco distante da un ponte. Che in un caso permette di passare in pochi istanti in territorio ferrarese, nell'altro, invece, fa sconfinare a Sermide, nel Mantovano. Aspetto che il rapinatore potrebbe aver tenuto in considerazione prima di colpire. Dalle modalità non sembrerebbe trattarsi di una persona che si è mossa con un piano preordinato, quanto piuttosto spinta dalla disperazione. A fronte della gravità del reato di cui si è macchiato con il suo duplice agguato, infatti, ha messo insieme un bottino decisamente magro, pochi euro in tutto.
La cosa più importante è che, tuttavia, nonostante l'ansia vissuta in quei brutti momenti ed il rammarico per quanto rubato, le vittime non hanno avuto conseguenze fisiche di nessun tipo.
Francesco Campi
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