PORTO VIRO - Scalfire la montagna dei crediti non riscossi dal Comune si sta rivelando complicato, o quanto meno sta procedendo in maniera più lenta del previsto, anche per una ditta specializzata nel settore come la Sogert. Schiacciato sotto il peso di oltre 5,5 milioni di euro di tributi, sanzioni amministrative o da Codice della strada non pagati, nel luglio dell’anno scorso l’ente aveva affidato alla ditta napoletana il recupero di una prima tranche di un milione di euro -ma secondo l’offerta stipulata sul Mepa-mercato elettronico della pubblica amministrazione era possibile arrivare fino ad un massimo di tre milioni- unicamente dietro il pagamento di una remunerazione, un aggio del 4%, sulle cifre effettivamente incassate.
La possibilità di pignoramento
A giocare a favore della scelta di Soget, la possibilità di utilizzare la procedura di pignoramento presso terzi, cioè di poter effettuare pignoramenti esattoriali su conto corrente, stipendio, pensione, canoni di locazione, ecc.
Previsioni disattese
Peccato che, come si legge nelle determine comunali “a oggi il trend degli incassi procede molto a rilento”. Forse con un po’ troppo ottimismo, nel luglio di un anno fa era stata ipotizzata la riscossione del 30% dell’ammontare dei crediti non riscossi entro la fine del 2021, e dunque era sta effettuata una previsione di spesa che poteva arrivare a 72mila euro più iva nel caso in cui, all’affidamento della prima tranche, ne fossero seguite altre fino al raggiungimento del limite dei tre milioni di euro.
Oggi, dagli stessi uffici comunali traspare invece un certo scetticismo persino sulla possibilità che il raggiungimento del 30% degli incassi sul milione o poco più avviato a riscossione coattiva, si possa realizzare entro la fine del 2022. Non a caso, l’impegno di spesa non va oltre i circa 15.600 euro, comprensivi dell’aggio di poco meno di 13mila euro e di iva.
Tempi lunghi
Con questi ritmi, la lotta per la riduzione dei crediti che il Comune non riesce a incassare proseguirà ancora a lungo e nel frattempo, come ormai viene denunciato ogni volta che in consiglio comunale si parla del bilancio comunale, l’accantonamento di fondi per coprire entrate incerte finisce per limitare l’azione di spesa ed investimento dell’ente. A parziale consolazione, c’è da dire che il progetto per il recupero dell’evasione fiscale che nel 2020 ha coinvolto il personale degli uffici comunali ha portato discreti risultati, se è vero che gli accertamenti relativi a Imu, Tasi e Tari hanno portato ad incassare 608.504,10 euro, con il riconoscimento di un compenso di 20.021 euro complessivi.