Medico dimessosi a Sant'Apollinare, l'Ordine: «Abbandono di pubblico servizio»

Sabato 16 Settembre 2023 di Francesco Campi
L'avviso affisso dalla dottoressa Federica Buzzolani sulla porta dell'ambulatorio

ROVIGO - «Non si abbandonano così i pazienti, un comportamento censurabile». Il presidente dell’Ordine dei medici Francesco Noce interviene duramente sul caso dell’inaspettata uscita di scena del nuovo medico di base Federica Buzzolani che aveva preso servizio il primo settembre, con ambulatorio a Sant’Apollinare, sostituendo il dottor Paolo Greco, in pensione dal 31 agosto.

Dopo appena 11 giorni la nuova dottoressa ha chiuso l’ambulatorio appendendo alla porta un’invettiva contro l’Ulss, accusata di non volerle trasmettere le schede personali dei pazienti e quindi di essere impossibilitata a fare il proprio lavoro, non conoscendo le loro patologie pregresse e terapie farmacologiche.

L’ACCUSA
«Forse la dottoressa - sottolinea Noce - non si è resa conto della gravità del suo comportamento, perché si può anche paventare un’interruzione di pubblico servizio: ha ricevuto un incarico e per la disdetta è necessario un preavviso di almeno 60 giorni. Invece ha appeso un foglio alla porta e se n’è andata da un giorno all’altro, adducendo motivazioni pretestuose. Le accuse all’Ulss sono infondate, perché la collega dovrebbe sapere che i dati di cui parla, le schede del medico di medicina generale, contengono dati coperti da privacy e solo il paziente può trasferirli da un medico all’altro. Non è il fascicolo sanitario, che è accessibile, sempre col consenso del paziente, a qualunque medico e al quale poteva accedere anche lei, trovando referti di esami precedenti e certificati. Comunque,il dottor Greco si era reso disponibile a ricevere i suoi ex pazienti per trasferire loro le schede su supporti digitali. In ogni caso, la prima cosa che deve fare un medico con nuovi pazienti è un’approfondita anamnesi: il non averlo fatto è un altro aspetto deontologicamente rilevante. Insomma, mi dispiace dirlo, ma il comportamento della collega lo ritengo molto discutibile e anche sanzionabile. Non solo dal punto di vista deontologico, ma anche amministrativo e forse perfino penale. Fra l’altro, pare che il vero motivo del suo addio sia l’aver ottenuto un altro incarico nella sua provincia di origine. Probabilmente non ha realizzato la gravità del disagio che ha creato anche perché in questo momento mancano medici a Rovigo. Per fortuna è stata trovata una soluzione con il Servizio di continuità assistenziale diurno straordinario per tamponare l’emergenza».

ENTI IN CAMPO
Molti dei pazienti che si sono trovati in questo doppio salto, prima il cambio di medico, poi l’abbandono del nuovo, non nascondono il rammarico per le difficoltà che si trovano ad affrontare, fra chi ha scelto un medico in un altro comune, chi si è visto saltare le prescrizioni di farmaci con esenzione e chi è preoccupato per il padre, anziano e allettato. «In questi ultimi mesi - sottolinea Palazzo Nodari - anche nella nostra città vi sono difficoltà nella sostituzione dei medici andati in quiescenza. Gli ambulatori medici ospitati in edifici comunali nelle frazioni sono stati messi a disposizione a titolo gratuito. Ma la carenza di medici rappresenta una vera emergenza. Pertanto si riconosce l’impegno dell’Ulss nel trovare nuove risposte assistenziali e si informa che è stato attivato il Servizio di continuità assistenziale con una èquipe per sostituire i medici di medicina generale di Sant’Apollinare e di Rovigo centro. L’Ulss sta inviando le comunicazioni a tutti i pazienti interessati offrendo le informazioni necessarie per richiedere appuntamenti per le visite e per le consulenze mediche».
Per fare prima e raggiungere gli oltre mille pazienti, è scattato un porta a porta “civico”, grazie ai volontari di Bandiera Gialla, Uisp e Fiab. Ai quali arrivano ringraziamenti dell’amministrazione comunale e dell’Ulss. L’assessore al Welfare Mirella Zambello parla di «lavoro sinergico tra istituzioni e mondo del volontariato» , il direttore dei Servizi sociosanitari dell’Ulss, Marcello Mazzo, di «una risposta che è stata di tutta la comunità. Noi come azienda sanitaria abbiamo fatto il possibile per fronteggiare l’emergenza provocata dal licenziamento dalla sera alla mattina della nuova dottoressa».

Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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