Kaloriamo: s'impara a nutrirsi in modo giocando

Venerdì 16 Settembre 2022 di Elisa Barion
La presentazione dell'iniziativa "Kaloriamo" da parte di Flavia Melis e Alberto Cristini.

Giocare a carte e allo stesso tempo imparare a mangiare bene e sano, equilibrando le calorie e i carboidrati, individuando i cibi più salutari e creando un menù adeguato ai bisogni del corpo. È l’innovativa idea “Kaloriamo” nata dall’eclettica mente di Alberto Cristini, artista rodigino attivo su più fronti e che negli anni ha dato prova di sapersi misurare con diverse forme d’arte, dalla scultura alla pittura passando per la scrittura e la poesia. “Kaloriamo” è un gioco di carte che è piaciuto a diversi soggetti sia istituzionali, come l’Ulss 5, la Provincia e il Distretto ittico, e privati come la Finpesca, che ne stanno supportando la diffusione e nella sala consiliare della Provincia, insieme lo hanno presentato.
«Condividiamo in pieno lo spirito dell’iniziativa - ha esordito il presidente della Provincia Enrico Ferrarese - ci occupiamo di tanti temi, alcuni di fondamentale importanza e che sono anche significativi perché coinvolgono il territorio in un’ottica di condivisione. E questo rientra in pieno nelle linee di natura programmatica e politica, nel senso più ampio, della nostra amministrazione che intraprende delle azioni guardando alle nuove generazioni. In questo caso, il gioco Kaloriamo lo abbiamo ritenuto uno strumento valido e accattivante, inoltre è importante che vengano dati dei segnali di questo genere dalle istituzioni, che facciano capire che siamo presenti anche facendo da collegamento tra i soggetti che si spendono per il territorio».
L’ATTUAZIONE
A entrare nel dettaglio è stato Massimo Barbin, direttore territoriale di Rovigo di Confindustria, presente quale presidente del Distretto ittico di Rovigo e Chioggia. Perché se si parla di abitudini alimentari, il pesce fa parte dell’olimpo dei cibi salutari. E questo è il motivo per cui Kaloriamo ha incassato anche il sostegno del colosso polesano Finpesca, rappresentato da Flavia Melis. «Si tratta di un gioco di carte rivolto ai bambini delle scuole elementari - ha spiegato Barbin - creato per promuovere una corretta educazione alimentare a fronte di talune patologie. L’iniziativa, che è fatta anche in collaborazione con l’Associazione diabetici, prevede la distribuzione di circa 300 confezioni del gioco nelle scuole elementari, perché riteniamo che sia coerente con i programmi di educazione civica. Alcune copie le lasceremo all’Ulss che ha tutto l’interesse a garantire la salute dei cittadini».
Come ha sottolineato Cristini, c’è sì «un aspetto legato al gioco, ma c’è anche un valore educativo. I giocatori devono cercare di comporre, seguendo la stagionalità, un menù che comprenda frutta e verdure di stagione. Nel foglietto compreso nelle carte è riportata la frutta e la verdura per ogni mese dell’anno. Il menù da comporre è fatto di percentuali tra carboidrati, proteine e sostanze nutritive. In più c’è anche il menù vegetariano da comporre e poi ci sono gli alimenti consigliati, come il pesce, e sconsigliati, come l’alcol e i dolci».
GLI ESPERTI SANITARI
Il tutto studiato in modo scientifico. Perché, come ha sottolineato Francesco Mollo, responsabile dell’Unità operativa semplice dipartimentale di Malattie endocrine, del metabolismo e della nutrizione dell’Ulss, «ci siamo affidati alla laureanda, ora dottoressa, Laura Lomazzi che ha testato il grado di soddisfazione del giocatore e le competenze che ne derivano per la sua tesi di laurea». «La nostra provincia - ha concluso Marcello Mazzo, direttore dei Servizi sociosanitari dell’Ulss 5 - dimostra di avere ottimo prodotti alimentari, ma anche delle teste che hanno pensato a un’iniziativa che abbiamo apprezzato, supportata da una validità e una validazione scientifica del gioco. Un’azienda sanitaria moderna deve investire molto nella promozione della salute, che si fa anche in questo modo, inoltre bisogna trovare canali comunicativi originali. Lavorare con i più giovani e in modo divertente credo possa dare dei risultati migliori rispetto ai modelli di prevenzione usati finora».
 

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