LUSIA - Il Comune di Lusia e quello di Barbona hanno ricevuto ieri la Medaglia d’argento al Merito civile, conferita dalla Presidenza della Repubblica per il bombardamento del 20 aprile 1945 che rase al suolo gran parte del comune polesano e colpì molti edifici di quello della Bassa padovana.
MOMENTI TOCCANTI
Oltre all’omaggio delle massime autorità delle due province e dei comuni ai caduti, con la deposizione di corone d’alloro, sono stati molti i momenti toccanti della mattinata, dalla proiezione dei filmati in cui alcuni lusiani sopravvissuti al bombardamento raccontano morte e distruzione, alle voci degli alunni dell’Istituto comprensivo locale, che hanno intonato “Lo scriverò nel vento” lanciando un messaggio di pace e fratellanza, fino alla mesta lettura dei nomi dei caduti. Le lapidi tramandano 74 nomi, di cui 72 residenti a Lusia e 2 a Barbona, con famiglie letteralmente decimate. Ma si stima che a questi vadano aggiunte decine di vittime non identificate, praticamente polverizzate dalla bombe, come ha spiegato Luigi Contegiacomo, presidente dell’Istituto Polesano per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Difficile avere certezze, data la distruzione del municipio col suo archivio, ma si sa che nel 1944 erano una sessantina gli sfollati a Lusia, soprattutto dalla Lombardia. «Erano donne e bambini – ha raccontato Contegiacomo – gli uomini, mariti e padri, erano rimasti in città per lavorare o cercare un lavoro dopo la distruzione delle aziende». Francesca Fornari, poi, ha ricordato che all’epoca in paese c’erano più di venti profughi dalla Croazia, ospitati dal parroco: tutti morti, secondo i testimoni.
GIUSTO RICONOSCIMENTO
Per le vittime note e quelle ignote, per chi è rimasto col lutto nel cuore e ha ricostruito il paese, ora la comunità riceve l’onorificenza per cui il Comune di Lusia aveva presentato nel 2014 un’istanza accompagnata da una relazione storica di Contegiacomo e le testimonianze di Francesca Fornari e Tonino Quadrelli. Una soddisfazione espressa dai due sindaci che hanno ricevuto la Medaglia d’argento dalle mani dei rispettivi prefetti. «La comunità ha ottenuto il meritato riconoscimento, non solo per le vittime ma anche per la dimostrazione di caparbietà dimostrata ricostruendo il nuovo centro abitato nel giro di dieci anni», ha rilevato il sindaco di Lusia Luca Prando. Per il sindaco di Barbona, Francesco Peotta, la medaglia è «un riconoscimento a gente che ha saputo superare una tragedia abissale e si è rimboccata le maniche per avviare un’opera di ricostruzione morale e materiale».
Senza mai dimenticare.