La storia degli Olivetani a Rovigo e il rapporto con la città: il libro

Sono 17 saggi, frutto del convegno del 2019 promosso dal Museo dei Grandi fiumi e Minelliana

Domenica 29 Gennaio 2023 di Elisabetta Zanchetta
Rovigo, presentazione del libro "Il Monastero e la città"

ROVIGO - Esistono luoghi in cui il passato non smette mai di rinnovarsi e si trasforma in tanti fili che riallacciano il presente alla memoria, facendo di ogni giorno un momento speciale per scoprire qualcosa. "Il Monastero e la città. San Bartolomeo di Rovigo: vita religiosa, arte, cultura, economia" è il titolo del volume edito dall'associazione culturale Minelliana, presentato ieri mattina nella sala Flumina del Museo dei Grandi fiumi di Rovigo. L'opera, pubblicata grazie al sostegno della Fondazione Cariparo, valorizza con studi aggiornati il complesso monumentale di San Bartolomeo, tesoro storico e architettonico sorto in età medievale, importante centro religioso e culturale olivetano che ha influenzato lo sviluppo dell'area urbana restando sempre connesso con gli altri siti polesani.

Il libro

«Il progetto, ideato dal presidente della Minelliana Mario Cavriani e dal curatore dell'opera Stefano Zaggia, si presenta come un lavoro collegiale di diversi organismi e studiosi» spiega Antonio Lodo. Il libro, infatti, 380 pagine, curato da Zaggia, racchiude gli atti del convegno del 2019 promosso da Museo e Minelliana le cui articolazioni si sono trasformate in sezioni del volume: 17 saggi che ripercorrono i quasi ottocento anni di vita, spaziando dalla storia antica del sito, alla fondazione del Monastero olivetano, dalle attività culturali agli aspetti economici, alla soppressione napoleonica e alle successive destinazioni, fino al recente restauro e destinazione a Museo dei Grandi fiumi, mettendo in rilievo l'evoluzione storica e architettonica del complesso e il rapporto con la città. Presenti in sala Flumina l'assessore regionale Cristiano Corazzari, l'assessore comunale Roberto Tovo, il parroco di San Bortolo don Andrea Varliero, il presidente dell'Accademia dei Concordi Giovanni Boniolo, il rappresentante della Fondazione Cariparo Fausto Merchiori, Roberto Nardin, monaco dell'Abbazia di Lendinara, Stefania Malavasi, già docente di Storia moderna e Storia della Riforma e Controriforma al Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell'antichità, ed Elena Svalduz, professoressa associata del Dipartimento di Beni culturali, presidente dell'Associazione italiana di storia urbana. «Questa terra che veniva definita il complesso del dimenticato in realtà è terra di studiosi, come afferma Pier Luigi Bagatin - sottolinea Malavasi - Questo volume è testimonianza ulteriore di ciò che il Polesine rappresenta, territorio fra Ferrara e Venezia, tra due fiumi, sempre conteso, da cui trarre ulteriore spunto e approfondire le tradizioni legate al settore alimentare e gli itinerari religiosi che legavano San Bartolomeo e il Polesine».

Il rapporto con la città

Svalduz analizza i contenuti storici, artistici e architettonici che trasversalmente sono descritti in diversi saggi del libro, (Peretto, Bedetti, Milan e altri) prima delle conclusioni di Zaggia.

Il Monastero di San Bortolo è sempre stato alle porte della città, ma con la città ha intrattenuto un rapporto intenso, intercettando e coltivando ogni autentico fermento culturale e artistico, annoverando nel proprio organico persone preparate nella cultura religiosa e civile. Rispetto alla città, il complesso olivetano è distinto ma non distante, nel segno di una vicinanza che è partecipazione alla vita dell'uomo comune. «Riattivare i collegamenti fra contenuti teologici e la storia della città riattiva la memoria, per comprendere ciò che è stato e aprirsi al futuro» conclude il curatore Zaggia, ricordando la regola Machina memorialis dettata da San Benedetto. 

Ultimo aggiornamento: 11:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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