Rovigo. Lavori per 6 milioni di euro ma i fondi del Pnrr non ci sono più: 10 le opere a rischio

Incertezza sulle coperture dello Stato: il segretario generale Ballarin scrive al Governo e Prefettura

Sabato 24 Febbraio 2024 di Elisa Barion
Lavori per le fognature in piazza Ungheria a Rovigo

ROVIGOProgetti terminati, altri in corso di realizzazione, altri ancora affidati alle ditte incaricate di eseguirli con i lavori dunque pronti a partire. Ammonta a circa sei milioni di euro e, più precisamente, a 5.850.000 euro, il valore complessivo delle opere di piccola e media portata per le quali il Comune di Rovigo ha ottenuto dei finanziamenti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e che ora, invece, sono state definanziate. Ovvero: non saranno pagate con i fondi Pnrr ma con fondi statali.

Quali fondi e in che modo lo Stato deciderà di coprirne i costi, però, è tutto da capire. E per i Comuni, perché la questione è nazionale, si è aperto uno scenario di incertezza fatto di numerosi punti di domanda.

INCERTEZZA
Tant’è che ieri mattina si è tenuta a Palazzo Nodari una riunione tra il segretario generale Alessandro Ballarin e i dirigenti e i tecnici dei vari settori coinvolti per fare il punto della situazione. E alla fine, il vertice si è concluso con la decisione del segretario generale di inviare una lettera allo Stato e alla Prefettura per segnalare la situazione di incertezza in cui versano gli investimenti usciti dal Pnrr. La decisione dello Stato di definanziare le piccole e medie opere non è recente: è legata alla rimodulazione del Pnrr approvata a fine novembre e riguarda, complessivamente a livello nazionale, circa 6 miliardi di investimenti comunali. Opere uscite dal Pnrr per le quali è comunque necessario trovare una copertura alternativa. Il Governo sta lavorando ad un nuovo decreto legge sul Piano che i Comuni stanno aspettando.

LA REVISIONE
Perché delle due tipologie di interventi interessate dalla revisione del Pnrr fanno parte, oltre ai piani di riqualificazione delle periferie, la cosiddetta “rigenerazione urbana”, proprio le linee di investimento già finanziate da programmi nazionali e poi entrate nel Piano europeo non per trovare i fondi, ma per pagarli meno in termini di interessi rispetto all’indebitamento nazionale. Dei 6 miliardi di valore complessivo delle opere in questione, 3,3 risultano già pagati dai Comuni che stanno aspettando i rimborsi dal Viminale, e sono destinate nei vecchi filoni di finanziamento domestico, ancora presenti nel bilancio pubblico. Insomma, il mosaico è complesso e in questo quadro Rovigo non fa eccezione. Anche Palazzo Nodari, infatti, sta aspettando delle risposte da Roma sui progetti usciti dal Pnrr. Progetti, per così dire, di piccolo e medio taglio, alcuni dei quali anche già terminati.

LE OPERE COINVOLTE
Nel dettaglio, le opere coinvolte sono una decina ovvero: gli interventi di risanamento strutturale delle sedi viarie nel capoluogo e nelle frazioni, finanziati con un milione di euro ottenuto nel novembre 2021 dal Ministero dell’Interno, che la giunta Gaffeo ha deciso di investire su via Calatafimi, dove i lavori sono iniziati lo scorso novembre, via Busovecchio che collega Roverdicrè a Grignano Polesine, infine via Bissara a Concadirame, il recupero funzionale di piste ciclabili e percorsi pedonali sempre per un milione di euro e un milione di euro anche per la manutenzione straordinaria dei ponti cittadini, con i lavori al ponte Fonderia già terminati lo scorso autunno, infine un milione di euro per il progetto di smaltimento delle acque bianche, anche questo già concluso, con il quale è stato realizzato un sistema per eliminare il rischio allagamenti in piazza Ungheria, in Commenda. E, ancora: 500mila euro per la manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico della scuola media Riccoboni a San Pio X e altri 500mila per il medesimo scopo alla scuola media Bonifacio di via della Costituzione. Infine il definanziamento riguarda 5 progetti di importo pari a 170mila euro l’uno sempre destinati ad interventi nelle scuole cittadine per lo più di efficientamento energetico, ancora la media Bonifacio, ma anche le Casalini e le Parenzo, le scuole primarie Miani, Mons. Mattioli e Papa Giovanni XXIII.

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