ROVIGO - In un'epoca ipertecnologica e digitalizzata, sopravvivono alcuni lavori di una volta. Mestieri che si apprendono con l'esperienza. Uno di questi si svolge a Rovigo, dove opera un eccellente laboratorio di scenografia.
Il lavoro
Nel primo viene portato il legname per la costruzione dei più disparati oggetti scenici; in un altro c'è il necessario per procedere alle decorazioni: stucchi, pennelli, vernici e quando possa contribuire a rendere spettacolari e uniche le scenografie. L'altra sezione è dedicata alla sartoria guidata da Federica Coppo, e al deposito dei costumi di scena realizzati o utilizzati nel corso degli anni. A volte vengono riutilizzati o prestati, ma spesso sono conservati, in quando indossati da tanti artisti famosi. Il terzo capannone è adibito a deposito di scenografie e attrezzature. «È ovvio - aggiungono i tecnici - che si tratta di lavori per cui sono stati impiegati tempo e mezzi che a volte vengono riutilizzati o prestati ad altri teatri. Purtroppo però non è possibile tenere tutto. In questo momento, dopo il Barbiere di Siviglia, stiamo lavorando alle scene del Teatro Salieri di Legnago; in passato abbiamo lavorato per l'Arena di Verona».
«Il laboratorio - aggiunge Milena Dolcetto, del Teatro Sociale - è una parte della preziosa eredità di Gabbris Ferrari. Sua l'idea dei primi corsi, della destinazione e organizzazione dei capannoni, ingranditi e perfezionati nel tempo. Il lavoro richiesto si impara soprattutto sul palcoscenico e si completa solo all'apertura del sipario: è fatto di conoscenze ma soprattutto di gusto e senso pratico, che si tramandano con anni di esperienza e dedizione». Per informazioni: www.comune.rovigo.it/teatro; 0425 25614; teatrosociale.botteghino@comune.rovigo.it.