"La mia vita a cento all'ora": il diario della prima donna alla Mille Miglia

Mercoledì 28 Dicembre 2016 di Sofia Teresa Bisi
"La mia vita a cento all'ora": il diario della prima donna alla Mille Miglia
Da Contarina a Roma, passando per l'Australia, sempre a 100 all'ora. La vita di Maria Antonietta Avanzo, la polesana che fu la prima donna a correre la Mille Miglia nel 1928, si svela al pubblico attraverso i suoi scritti originali in La mia vita a 100 km l'ora. Diario veloce di inverosimili verità, 225 pagine, uscito in libreria il 20 dicembre e con la prefazione di Isabella Rossellini, pronipote della baronessa. 



Il testo è curato dal rodigino Luca Malin, che già nel 2013, per interesse personale verso il mondo delle auto d'epoca, ne scrisse la biografia intitolata Indomita, la straordinaria vita di Maria Antonietta Avanzo. 
La pubblicazione è la copia fedele all'originale di una sorta di diario ritrovato da Malin nella Biblioteca delle Donne di Bologna e, con il nulla osta della direttrice e dei parenti di Maria Antonietta, digitalizzato, restaurato e pubblicato come anastatica. L'originale risale al 1928, quando fu stampato dall'Istituto Editoriale del Littorio con prefazione di Mario Carli, che definiva così Maria Antonietta: «Creatura senza sonno, senza paura, senza pregiudizi. Maschiezza spirituale tesa alle imprese dell'energia attraverso la guaina di una femminilità morbidamente delicata. Inquietudine altera di una regina senza trono, dominatrice di quel popolo fluido e cangiante che sono le folle sportive, sulle quali passeggiano i suoi occhi fosforei come dolci comandi».
«Il volume dice Malin venne stampato in circa 100 copie e oggi si trova in pochissime biblioteche, o da collezionisti. Il contenuto è una sorta di diario che racconta il tradimento subito dal marito, la fuga rocambolesca in Australia con i figli, un reato per l'epoca, la nostalgia per le corse e il ritorno in Italia nel 1927, quando il marito si recò a Budapest per le pratiche di separazione».
Come scrive Maria Antonietta? 
«Il linguaggio è ridondante e ampolloso, come usava al suo tempo. Si notano influssi lessicali del Futurismo, che affascinava gli amanti dei motori e della velocità».
Ci sono riferimenti al Polesine o al Veneto?
«Si notano tante pagine dedicate al Veneto e a Venezia, ma anche alla villa di Ca' Zen di Taglio di Po, dove viveva un'amante di Byron. Renza Porro, una nipote della Avanzo, dice che tornava spesso al suo paese natale, Contarina, e che insieme facevano delle passeggiate. Poi, verso gli anni '60, si stabilì a Roma con il figlio Renzo».
Perché oggi è apprezzata la Avanzo?
«Sono soprattutto le donne che leggono la sua vicenda, perché è stata un esempio eccellente di forza, determinazione, emancipazione, nonostante il periodo fosse tanto difficile per il mondo femminile».
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Ultimo aggiornamento: 19:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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