Iras, Cgil e Uil proclamano lo stato di agitazione con lo slogan «Fermiamo la privatizzazione»

Domenica 17 Marzo 2024 di Francesco Campi
Il centro per anziani Iras

ROVIGO - Il futuro dell’Iras continua a rimanere una ferita aperta sia per quello che rappresenta la più grande casa di riposo pubblica del Polesine, per la quale si sta prospettando una sorta di subappalto ai privati del servizio di accoglienza degli ospiti, che altri non sono che gli anziani che hanno fatto Rovigo negli ultimi anni, genitori e nonni di chi vive la città, sia per quello che significa dal punto di vista occupazionale, interessando circa 180 lavoratori.
Per questo Cgil e Uil hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione con lo slogan: “Fermiamo la privatizzazione, tuteliamo i lavoratori”. I segretari di Fp Cgil e Uil Fpl, Davide Benazzo e Cristiano Maria Pavarin, rimarcano come «dopo la richiesta di riapertura del tavolo in Prefettura per confrontarci con tutte le parti sulla situazione legata al futuro di Iras e dei circa 180 lavoratori interessati dall’avvio del processo di partenariato pubblico privato con la concessione del servizio, alla luce di quanto emerso nelle assemblee con i lavoratori stessi, preoccupati per le incognite legate a questa nuova e insolita forma di privatizzazione di un servizio pubblico, con l'intento di scaricare la situazione debitoria dell'ente sulle spalle delle maestranze, comprimendone diritti e retribuzioni, abbiamo deciso di dichiarare lo stato di agitazione e di formalizzare la richiesta di attivazione della procedura di conciliazione».

ATTO NECESSARIO

I due sindacalisti lo ritengono «un passaggio necessario perché nel lungo percorso che è stato portato avanti negli anni per cercare di scongiurare il fallimento di Iras per noi è stato altrettanto importante scongiurarne la privatizzazione. Che, di fatto, è quello che si verrebbe a concretizzare con la concessione ad un privato della gestione del servizio, strada scelta dalla Regione e dal commissario straordinario di Iras per evitare la liquidazione dell'ente dopo il fallimento delle trattativa per l'accordo di programma su Casa Serena e dinnanzi alle pressioni degli istituti bancari. I lavoratori hanno bisogno di garanzie, di far sentire la propria voce, di essere considerati in questi delicatissimi passaggi che vengono fatti giocando con il loro futuro come se si trattasse di oggetti e non di persone con un'enorme dignità, una grandissima professionalità rivolta al benessere degli ospiti, anche loro considerati solo come numeri in questi ultimi mesi, ed un estremo attaccamento al lavoro ed all'ente per il quale prestano servizio, dimostrato a più riprese e confermato dai tanti sacrifici, anche economici, sopportati in questi ultimi anni, fra l'altro segnati dalla pandemia».

LA POSIZIONE DELLA CISL

Anche la Cisl Fp, che pure non ha aderito alla proclamazione dello stato di agitazione, interviene con il segretario Franco Maisto. «La nostra richiesta è di una riunione in Prefettura con tutte le istituzioni e le parti sindacali, al fine di attendere giugno e far discutere il nuovo consiglio comunale su questo delicatissimo tema. Il progetto di rilancio sia il biglietto da visita del nuovo sindaco di Rovigo: è fondamentale lasciare spazio ad una riflessione su Iras, per un vero e proprio progetto di rilancio, cosa che non è stata mai messo su carta se non idealizzata negli incontri».
Maisto, così, sottolinea che «ad oggi non possiamo che raccogliere il completo fallimento delle trattative della scorsa amministrazione comunale con la gestione straordinaria da parte dell’assessorato regionale a Sanità e sociale. Le abbiamo provate tutte a livello sindacale, con le riunioni a Venezia, in Prefettura e con i vari sit in. Crediamo fortemente che tale progetto debba essere fermato e venga posto alla discussione del prossimo consiglio comunale e del nuovo sindaco. Pochi avrebbero pensato che Casa Serena, immobile enorme e tra i meno “anziani” di Rovigo sarebbe stato chiuso e posto in abbandono, né era ipotizzabile che la stessa sede principale di San Bortolo fosse oggetto di una gara di partenariato che altro non è se non la totale privatizzazione. La gestione ai privati di tutti i servizi non è l’unica soluzione».
 

Ultimo aggiornamento: 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci