L'ospite annegò nel canale, chiesto il giudizio per suora e collaboratrici

Giovedì 6 Aprile 2017 di Paolo Ponzetti
L'istituto Don Guanella di Fratta
FRATTA POLESINE - Concorso in omicidio colposo. Per questo reato è stato richiesto il rinvio a giudizio di una suora e di due dipendenti dell'Istituto Don Guanella di Fratta Polesine in merito alla morte di Cristina Bonalberti, ospite della struttura e trovata cadavere nel vicino Scolo Valdentro il 10 giugno 2014.

Ieri mattina davanti al gup Alessandra Martinelli si è svolta un'udienza preliminare lampo che è stata aggiornata al 27 settembre. Gli imputati sono suor Gabriella Maria Sala, in qualità di datore di lavoro dell'Istituto delle figlie di Santa Maria della Divina provvidenza Opera Don Guanella con sede legale a Roma e unità assistenziale in via Luigi Guanella a Fratta Polesine, e le dipendenti Melissa Precisvalle, di Taglio di Po e Maria Fortuna Cavaliere, di Fratta Polesine difese rispettivamente dagli avvocati Sarti, Balzan e Labia. I familiari della donna, costituitisi parti civili, sono rappresentati dagli avvocati Santoro, Pedriali e Ferrati.

Secondo il sostituto procuratore Davide Nalin che ha chiesto il rinvio a giudizio la responsabilità di Gabriella Maria Sala è di non aver fatto erigere una recinzione sul confine con il Valdentro e per le due dipendenti di non aver vigilato sulla paziente durante il tragitto dall'istituto al laboratorio-serra. La donna si allontanò scivolando nel canale. Quel giorno furono le urla della 62enne a fare scattare l'allarme. Le udì una persona che si trovava vicino al Manegium e diede l'allarme. Arrivarono carabinieri, 118 e vigili del fuoco che si misero alla ricerca dell'ospite dell'istituto che qualcuno aveva detto di averla vista in acqua, nello scolo Valdentro. Il corpo venne ritrovato poco lontano, senza vita. La 62enne si trovava alla Sacra Famiglia da circa un anno e mezzo ed era una persona benvoluta e stimata sia dagli altri ospiti, che dal personale. Stando ai racconti, si era immediatamente integrata. 
Dopo la tragedia i familiari presentarono una memoria esposto in Procura perchè la struttura avrebbe dovuto garantire e salvaguardare la donna, persona con problemi e dichiarata invalida al 100 per cento della commissione Inps.
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