Spento l’incendio nel calzaturificio di Fratta: «Tra poco si torna a lavorare»

Sabato 13 Marzo 2021 di Marco Scarazzatti
Abitazione e fabbrica devastate dal rogo a Fratta

FRATTA POLESINE - A soli due giorni dal devastante incendio che ha distrutto magazzino, calzaturificio e due delle tre abitazioni della famiglia Callegari, si è saputo che a breve l’attività produttiva riprenderà. Un sollievo per la cinquantina di occupati nella fabbrica di scarpe frattese.
Ieri i titolari sono partiti alla volta di Mestre, per incontrare il loro principale cliente, Golden Goose, per pianificare le nuove basi per una immediata ripartenza. 
La notizia è stata presa con entusiasmo dai dipendenti, i quali mercoledì pomeriggio sono stati costretti ad assistere impotenti al rogo del loro posto di lavoro e mai avrebbero immaginato a un ritorno così celere alle loro produzioni di gran pregio.
Nel frattempo, sul posto dell’incendio si sono recati il legale e il perito assicurativo della ditta Callegari, per iniziare la stima dei danni. Difficile ipotizzare una cifra per il danno subito. Servirà tempo ma chiaramente se si sommano le seimila paia di scarpe andate perse (valore superiore a 1,5 milioni di euro), tutti i macchinari, il magazzino, le due case, oltre a ciò che contenevano le stanze, non è azzardato parlare di almeno una decina di milioni di euro. Sulle cause dell’incendio scoppiato mercoledì pomeriggio, sta indagando anche il nucleo investigativo dei Vigili del Fuoco.
Nonostante questo però Luigino Callegari con i figli Andrea, Daria, Marco e la moglie Franca, assistito anche dalla vicinanza dei dipendenti e dei tanti residenti a Villanova e nei paesi limitrofi, ha deciso di voler far risorgere la sua ditta.
Enrico Rigolin di Femca Cisl Padova Rovigo, si è detto felice per la possibile ripresa dell’attività. «È un orgoglio avere ditte come la Callegari, partita con il nonno e arrivata fino alle nuove generazioni. Vedere lo stabile il giorno dopo ancora fumante nonostante il gran lavoro dei vigili del fuoco mi ha commosso. E davanti a questa devastazione Luigino Callegari ha avuto il coraggio di annunciare la ripartenza. Mercoledì, quando ho appreso del disastro, pensavo che ci sarebbero voluti mesi prima di ricominciare. Ora invece si parla di un tempo più vicino. Abbiamo già avviato gli ammortizzatori sociali, per ridurre l’impatto del fermo lavorativo. Questo rapido rimboccarsi le maniche, che ho subito cercato di trasmettere agli iscritti con i quali sono costantemente in contatto, mi ha emozionato non poco. L’azienda mi ha confermato la volontà di proseguire e mantenere l’occupazione. Ci sono state importanti rassicurazioni anche dalle aziende committenti».
LUNGA STORIA IMPRENDITORIALE
Fondata nel 1937 come impresa da Giovanni Callegari, nel 1965 avvenne l’ingresso del figlio Luigino, la produzione media giornaliera a pieno regime era di 300 paia di scarpe maschili e 200 stivali e calzature femminili. Il fatturato annuo ai tempi d’oro si avvicinava ai 3 milioni di euro. Nel 2009 c’era stata la vittoria del prestigioso premio “Marco Polo”, con il progetto “Acquisto di macchinari ed attrezzatura per la produzione di calzature”. Grazie al contributo del bando è stato finanziato l’acquisto di beni volti al miglioramento della qualità e delle tipologie dei servizi forniti, per 67.500 euro. L’azienda è composta dai reparti per i modelli interni, taglio interno di piccole quantità e sviluppo campioni, taglio esterno presso il laboratorio in Romania, orlatura interno per sviluppo campioni e piccole produzioni urgenti, laboratori di orlatura, montaggio interno, laboratori di montaggio esterno, finissaggio interno per il controllo e l’imballaggio di tutta la produzione interna ed esterna. Silvio Sterza è stato dipendente dei Callegari per ben 32 anni: «Persone impeccabili, precise sul lavoro e mai in ritardo nei pagamenti. Da loro era come essere in una seconda famiglia. Mi ha turbato non poco assistere all’incendio, anche perché so bene quanti sacrifici erano stati fatti per costruire questa splendida realtà e anche per realizzare le tre abitazioni. Ho smesso di lavorare da loro nel 2010, ma sono sempre legato a questa famiglia che ha dato tanto per la gente. Mi sembrava una scena del tutto impossibile da vedere, quella di mercoledì, in quanto un incendio del genere non lo avevo mai visto prima. Luigino Callegari per me è come fosse un fratello, quindi quello che gli è accaduto mi ha fatto stare molto male». 
 

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