Rovigo. Fallimento Fondazione Don Bosco. ​Il Duomo ha perso gran parte della sua storica casa e gli impianti sportivi

Il campo da calcio a 11 e altre strutture sono stati acquistati da una cordata di imprenditori polesani al momento anonimi

Domenica 29 Ottobre 2023 di Luca Gigli
Ingresso impianti sportivi del Duomo

ROVIGO - Il Gruppo sportivo Duomo perde gran parte della propria storica casa. Il fallimento della Fondazione Don Bosco ha portato a una serie di procedure di vendite immobiliari e in questo caso è arrivata la sorpresa negativa per la società sportiva che ha compiuto 50 anni: non ha potuto comprare il lotto che rappresenta il 70 per cento dell’area dei campi sportivi della parrocchia del Duomo.

L’offerta di 200mila euro è stata superata da quella di 225mila di una cordata di imprenditori polesani al momento non conosciuti, che nella procedura di vendita (dove in tutto erano state depositate quattro offerte) era rappresentata da un avocato padovano. In sostanza, questa cordata ha acquisito l’area occupata oggi dal campo di calcio a 11, metà del campo sintetico da calcio a 7, il campo da calcio a 5 e i due campi da padel. Al Gs Duomo rimangono gli spogliatoi, la palestra del judo, il centro Marvelli col terreno circostante, il terreno davanti all’accesso al campo a 5 perduto, il parcheggio e appunto metà del campo a 7.


IL COMMENTO
«Siamo rimasti sorpresi - spiega il presidente onorario del Gs Duomo, Giorgio Lavezzo - abbiamo perduto il 70 per cento dell’area sulla quale lavoravamo e facciamo anche fatica a comprendere quale interesse possa avere questa parte di impianti che non hanno spogliatoi né i servizi quali acqua, luce e gas: devono fare tutto. Certo, ci siamo rimasti davvero male, non pensavamo a una simile ipotesi e conclusione».
La nota che ha diffuso la società sportiva sottolinea che si è «lottato perché i campi restassero nella disponibilità della parrocchia del Duomo non solo per la loro storicità, ma anche per preservare quello spirito di famiglia che alimenta nel quotidiano questo polmone verde cittadino. Non nascondiamo la delusione e l’amarezza per quanto è accaduto e per come è stata gestita questa vicenda fin dall’inizio. Abbiamo sempre ampi margini di miglioramento e in questo caso si fa memoria degli eventuali errori passati per affrontare a testa alta i prossimi mesi. Al momento è confermato l’utilizzo di tutte le strutture e continuiamo a lavorare con e per i nostri giovani per garantire un futuro più roseo». Lavezzo sottolinea di non sapere chi sia la nuova proprietà. «Non sappiamo chi siano e che programmi abbiano, sappiamo solo che sono persone locali».
Come gestirete l’attività futura? «A parte lo smontaggio dei campi da padel - chiarisce il presidente onorario - resterà solo la piastra, per quanto riguarda il calcio già ora, con 200 ragazzi e 11-12 squadre, operiamo a Boara Pisani, a San Bortolo e in Tassina. Vedremo di sfruttare di più quest’ultima per costruire nuove strutture e ridare i servizi che avevamo finora». L’area che è stata venduta è urbanisticamente prevista a impianti sportivi o si può costruire, per esempio condomini? «Non lo sappiamo, pensiamo sia vincolata all’uso, ma chissà cosa può accadere in futuro nelle destinazioni delle aree cittadine».

Ultimo aggiornamento: 08:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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