Dall'impianto agrivoltaico 1,2 milioni per il Comune e una strada per Boara Polesine

Mercoledì 7 Dicembre 2022 di Elisa Barion
Un impianto solare agrivoltaico

ROVIGO - Dal mega impianto fotovoltaico che l’azienda Agrovoltaica srl di Badia Polesine realizzerà a Corte San Marco, nella frazione di Boara Polesine, il Comune di Rovigo riceverà, a titolo di compensazione, circa 1,2 milioni di euro tra opere e risorse in denaro liquido. Soldi e interventi che l’amministrazione di Palazzo Nodari potrà investire e realizzare per l’intera città.
Dell’accordo compensativo in questione si parla oggi in consiglio comunale, ma il passaggio della relativa delibera in commissione Ambiente ha già ottenuto l’ok della maggioranza dei consiglieri. Solo un componente si è astenuto: si tratta del consigliere leghista Lorenzo Rizzato, che ha chiesto più tempo per approfondire la delibera anche confrontandosi con l’intero suo gruppo consiliare. La consigliera Pd Giorgia Businaro, presidente della commissione, invece, si dichiara «molto entusiasta e soddisfatta per l’accordo raggiunto tra il Comune e l’azienda perché ritengo sia un ottimo accordo».

LA SODDISFAZIONE

È proprio la presidente Businaro a entrare nei dettagli dell’operazione che verrà discussa in aula, per la quale rivolge il proprio plauso «a chi l’ha seguita, in primis al sindaco, ma anche ai dirigenti dei settori Lavori pubblici e Urbanistica». Fatti i ringraziamenti e in attesa della discussione in consiglio, Businaro spiega: «Posto che personalmente ero d’accordo fin dal principio con il progetto dell’agrovoltaico a Boara Polesine, dato che si tratta di un impianto per la produzione di energia rinnovabile che non danneggia la produzione agricola, e quindi, una volta avute le garanzie dall’azienda, ero d’accordo con il progetto a prescindere, tuttavia negli ultimi mesi c’è stata una interlocuzione tra il Comune e l’azienda che ha portato a un accordo compensativo molto vantaggioso per Rovigo. Quello che va sottolineato è che l’impianto avrà un impatto ambientale bassissimo, perciò avere un quantitativo di compensazioni di quell’entità è molto buono».

LA CONTRO-PARTITA

Questa entità ammonta, come detto, a circa 1,2 milioni di euro di opere compensative. «Di queste opere - prosegue Businaro - due sono particolarmente rilevanti: un impianto fotovoltaico che l’azienda si impegna a costruire su un terreno di proprietà del Comune e che verrà regalato: impianto da 500 kilowatt che potrebbe essere il primo grosso e consistente nucleo per istituire una comunità energetica. L’assessore Dina Merlo, tra l’altro, ha detto che questo nucleo consentirebbe di essere su un’ottima strada per raggiungere l’autonomia energetica da fonti rinnovabili per l’intera città di Rovigo. In particolare, il Comune metterà a disposizione il terreno, mentre la preparazione del progetto e la sua realizzazione saranno totalmente a carico dell’azienda. Altra cosa importante è che con l’ok dell’azienda ex Fri-El Green power, si andrà a definire la strada tanto richiesta nella frazione di Boara per andare a sgravare dal traffico pesante il centro città e la frazione di Mardimago. Questo potrebbe essere la svolta, anche se si tratta di un progetto che va un po’ più in là nel tempo. Un altro aspetto delle misure compensative sono 100mila euro che l’amministrazione ha intenzione di utilizzare per realizzare delle aree gioco per bambini».

LA SCELTA POLITICA

Insomma, i vantaggi che si prospettano all’orizzonte, dopo il via libera al parco agrovoltaico da 66 ettari a Corte San Marco, promosso dalla Via nazionale, con il Comune che non ha depositato alcuna osservazione al progetto, dopo che nel 2021 la Via regionale lo aveva respinto, hanno soddisfatto i consiglieri. Solo una obiezione è stata mossa in commissione e poi chiarita, che potrebbe riproporsi in aula. Ovvero il fatto che il Comune avrebbe potuto chiedere anche qualcosa in più di 1,2 milioni di opere compensative.

Ma sul punto Businaro chiarisce: «La compensazione per legge può arrivare a un massimo del 3% del valore del progetto, ma non tutti comprendono che quello di Corte San Marco è un impianto a basso impatto ambientale. Non stiamo parlando di un inceneritore o un forno crematorio, per fare degli esempi. Per gli impianti ci sono delle classificazioni stabilite per legge ed è assurdo andare a chiedere il 3% a un impianto agrovoltaico, tra l’altro migliorato rispetto alla prima versione bocciata nel 2021, nel quale addirittura la distanza interfilare tra i pannelli è stata aumentata in modo tale da consentire la mobilitazione meccanica dei macchinari agricoli».
 

Ultimo aggiornamento: 07:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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