La cozza dop del Delta alla conquista della Penisola al motto di "Unica, vera, italiana"

Giovedì 14 Aprile 2022 di Anna Nani
L'insacchettamento delle prelibate cozze

PORTO TOLLE - “Unica, italiana, vera”. Si è presentata così la cozza di Scardovari dop allo stand del Ministero delle Politiche agricole e alimentari alla fiera Marca di Bologna. Uno slogan che l’accompagnerà per i prossimi anni con l’obiettivo di renderla il più riconoscibile possibile a livello nazionale ed internazionale. C’era pure il Consorzio di tutela della cozza di Scardovari tra i 900 espositori provenienti da 23 nazioni che si sono dati appuntamento a questa importante manifestazione, che dopo lo stop dovuto alla pandemia è tornato in presenza in questi giorni nel capoluogo emiliano. È stata l’occasione per presentare il Piano di produzione e di commercializzazione per la valorizzazione della filiera di quello che è noto essere l’”oro nero” del Delta. Il piano di di sviluppo è stato realizzato dal Consorzio di tutela in collaborazione con Fondazione Qualivita ed Eurofishmarket grazie a fondi Feamp-Mipaaf. 

LA CAMPAGNA 

Martedì pomeriggio allo stand del Ministero gli attori dell’iniziativa hanno spiegato il piano che si snoda tra una campagna di comunicazione multicanale, l’ormai indispensabile tracciabilità del prodotto ed un’azione di informazione per la ristorazione. Paolo Mancin, presidente del Consorzio di tutela, ha parlato di un’occasione di svolta per la cozza dop per arrivare ad imporsi definitivamente nel mercato, mentre Mauro Rosati di Qualivita ha descritto il dispositivo di produzione e commercializzazione. «La cozza è la prima dop ittica che potrebbe lanciare un segno nuovo rispetto al cambiamento in atto nel mondo ittico, che impone meno pesca e più qualità – ha evidenziato Rosati - Nel campo dell’ittica la cozza è il prodotto più avanti a livello italiano. Se dovessimo disegnare una dop perfetta prenderei a modello proprio Scardovari dove ai tre elementi distintivi - il fattore ambientale, il fattore umano e la tracciabilità - si uniscono anche gli elementi della comunità locale e della tradizione di un mestiere tramandato di padre in figlio».

LA TRACCIABILITÀ 

Su queste basi è stato quindi pensato un progetto di comunicazione che si snoda tra i canali social e i percorsi standard dei programmi tv con la collaborazione dello chef stellato Marcello Leoni che ha portato il mollusco nel programma “Fuori dai fornelli” su Alma Tv, fino ad arrivare all’innovazione tecnologica della tracciabilità in blockchain. A spiegarla è stato Virgilio Maretto di pOsti: «Il blockchain è una sorta di libro mastro digitale dove le informazioni registrate diventano immutabili come se fossero scolpite sulla pietra, garantendo così trasparenza al fruitore. Da qui poi abbiamo elaborato i contenuti incastonandoli in un Qrcode che permette di accorciare la filiera dal produttore al consumatore finale, che su una pagina web potrà leggere tutte le informazioni raccolte». Accanto al Consorzio di tutela a Bologna c’erano anche il sindaco Roberto Pizzoli (“La cozza, al di là del suo prestigio economico-commerciale, riassume in sé i valori su cui si fonda la tradizione del settore agroalimentare portotollese”) con l’assessore Tania Bertaggia e l’assessore regionale Cristiano Corazzari. «La storia di questo prodotto vale di più di ciò che rappresenta per il consumatore finale – ha rimarcato l’amministratore regionale - Per noi è una sfida, rappresenta la nostra comunità, un territorio come il Delta del Po che è una terra delicata in equilibrio precario tra eventi naturali e spopolamento, in cui la pesca rappresenta un presidio insostituibile che ha dato un futuro ad una comunità che altrimenti avrebbe patito ancor più l’emigrazione».
 

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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